Lo scrittore libanese Sarkis Abu Zaid durante una trasmissione di Al Jazeera

L’accusa antisemita in un talk-show di Al Jazeera: “Hollywood è uno strumento della lobby sionista”

Mondo

di Paolo Castellano

Lo scrittore libanese Sarkis Abu Zaid durante una trasmissione di Al JazeeraIn un talk show di Al Jazeera, alcuni commentatori hanno esclamato che “la lobby dei sionisti” ha portato Hollywood a demonizzare gli arabi e i musulmani. Recentemente in un salotto televisivo che va in onda sul molto discusso network qatariota, due intellettuali, un professore della Sorbona e uno scrittore libanese, hanno affermato che “la lobby del sionismo” ha influenzato l’industria cinematografica americana nella scorretta rappresentazione degli arabi e dei musulmani sul grande schermo. La puntata è andata in onda il 29 agosto e i commenti sono stati tradotti dal MEMRI, l’Istituto di Ricerca sui media del Medio Oriente.

Come riporta Israel National News, il talk-show aveva ospitato lo scrittore libanese Sarkis Abu Zaid (nella foto durante la trasmissione di Al Jazeera), che ha affermato che “la lobby ebraica sionista” influenza le scelte dell’industria cinematografica americana. Secondo Abu Zaid, in questi anni Hollywood avrebbe rappresentato sugli schermi cinematografici di tutto il mondo gli arabi come perfidi, terroristi e sceicchi assassini. Muhammad Hneid, un professore tunisino che insegna all’università di Parigi, ha invece sottolineato che “gli Stati Uniti e i poteri occidentali che controllano le industrie cinematografiche sono di orientamento sionista, e giocano un importante e costante ruolo nel demonizzare gli arabi e i musulmani”.

Il MEMRI in passato ha pubblicato un video che dimostrava come anche in un canale televisivo di Hezbollah venissero fatte affermazioni simili a quelle andate in onda su Al Jazeera. Hezbollah affermava che Hollywood fosse solo uno strumento che gli ebrei avevano messo in atto per “impadronirsi” dell’America.

Il network qatariota Al Jazeera è da qualche settimana sotto i riflettori con l’accusa di sostenere l’organizzazione politica dei Fratelli Musulmani. L’Egitto è stato uno dei primi Paesi che ha criticato la tv del Qatar e la sua filiale egiziana, Al Jazeera Mubaher Misr. Doha è infatti accusata di utilizzare il giornalismo come strumento di propaganda politica e allo stesso tempo di voler suscitare delle rivolte nei ranghi del vasto e variegato mondo islamico. La media company qatariota naturalmente nega ogni coinvolgimento e ha rigettato ogni accusa affermando di aver sempre voluto registrare e diffondere le opinioni dell’universo arabo.

L’Arabia Saudita e la Giordania hanno da poco chiuso le trasmissioni del network incriminato nei loro Paesi all’interno della campagna diplomatica che gli stati arabi sunniti hanno promosso contro il Qatar. In Israele, il primo ministro Benjamin Netanyahu si sta adoperando per rimuovere Al Jazeera dallo Stato ebraico a causa delle sue trasmissioni che inciterebbero gli arabi a rivoltarsi contro lo stato israeliano. Il Government Press Office (GPO), che si occupa di rilasciare gli accrediti stampa per i giornali stranieri, ha annunciato che potrebbe revocare le credenziali di Elias Karram, un giornalista di Al Jazeera, a causa delle sue dichiarazioni a sostegno della “resistenza palestinese” contro lo Stato ebraico.