Abu Dhabi: inaugurata la Casa della Famiglia Abramitica, con una sinagoga dedicata a Moshe ben Maimon

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di Francesco Paolo La Bionda
È stata inaugurata lo scorso 16 febbraio ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, la Casa della Famiglia Abramitica, un complesso devozionale interreligioso che include una sinagoga accanto a una moschea e a una chiesa. L’edificio di culto ebraico è dedicato a Moshe ben Maimon, l’illustre rabbino e filosofo del XII secolo. Il progetto, che era stato annunciato dopo la visita di Papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti nel 2019, è stato realizzato sull’isola di Saadiyat e sarebbe dovuto inizialmente essere inaugurato nel 2022.

Un nuovo luogo di culto per la comunità ebraica degli Emirati

Dopo che gli Emirati Arabi Uniti, assieme al Bahrein, hanno normalizzato le relazioni con Israele nel 2020 nell’ambito degli Accordi di Abramo, si è rapidamente formata una comunità ebraica di professionisti espatriati nel paese, che affianca la più piccola comunità invece indigena presente nell’altra monarchia del Golfo.

La comunità emiratina, dopo l’inaugurazione della singagoga ben Maimon, si è riunita nel corso dei giorni seguenti per recitare le preghiere di shabbat, guidata dal rabbino capo Yehuda Sarna, e per ricevere un un rotolo della torah donato dallo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, sovrano di Abu Dhabi e presidente della nazione.

Il commento dell’Associazione delle Comunità Ebraiche del Golfo

L’apertura della sinagoga è stata commentata positivamente dall’Associazione delle Comunità Ebraiche del Golfo, in inglese Association of Gulf Jewish Communities (AGJC), nata dopo gli Accordi di Abramo proprio per facilitare la vita religiosa ebraica nei due paesi.

In particolare, nella nota rilasciata alla stampa l’Associazione ha voluto sottolineare come sia possibile un cambio di paradigma nei rapporti tra il mondo arabo e musulmano e le comunità ebraiche della regione: “C’è qualcosa di molto speciale nella costruzione di una sinagoga in un Paese musulmano e questo manda un messaggio molto forte ad altri Paesi in cui gli ebrei vivono nella paura di essere attaccati per il loro credo”.