Un ordigno rudimentale vicino alla Sinagoga di Firenze

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“Un gesto molto grave che ci dimostra come da parole irresponsabili si possa passare ad azioni come questa”, così il rabbino capo di Firenze Josef Levy ha commentato il ritrovamento dell’ordigno ritrovato ieri mattina davanti alla porta della ‘Chabad House’, la sede del centro Lubavitch, un gruppo religioso ebraico ortodosso, che svolge funzioni di accoglienza e ritrovo, a pochi metri dalla sinagoga di Firenze. “Chi è in una posizione di responsabilità – ha aggiunto Levy – deve sempre misurare le proprie parole”. L’ordigno era stato confezionato con una bomboletta da campeggio collegata ad una miccia di carta, imbevuta di liquido infiammabile, a cui era stato dato fuoco ma che si è spenta prima di riuscire a fare da detonatore ed aveva la possibilità di esplodere anche se la sua potenzialità, come hanno spiegato gli inquirenti, “era limitata”. A chiamare i carabinieri, poco prima delle 20 di ieri sera, è stato proprio il rabbino Josef Levy. In realtà il piccolo ordigno era stato trovato la mattina, intorno alle 10,30, da uno dei gestori del centro che, secondo quanto si è appreso, ha deciso di non dare immediatamente l’allarme sia perché ha giudicato la cosa un atto dimostrativo e non pericoloso, sia per una questione di rispetto del sabato ebraico. La piccola fiamma non ha lasciato tracce all’ingresso del centro.