Persecuzione e deportazione dall’Italia: un Memoriale virtuale

Italia

di Ilaria Myr

Un memoriale “virtuale”, che ricordi gli ebrei vittime della Shoah in Italia. Ebrei italiani, ma anche gli ebrei stranieri che in Italia furono catturati e deportati. Ebrei che già nel corso degli anni Trenta avevano trovato rifugio nel nostro Paese, fuggendo dall’Europa via via sempre più nazificata.

Un memoriale, dunque, ma allo stesso tempo un utilissimo strumento di ricerca e di studio.

Con questo duplice obiettivo la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC Onlus di Milano, con la cospicua collaborazione del Claims Conference di New York, ha sviluppato il sito www.nomidellashoah.it, messo online il 26 gennaio in occasione del Giorno della Memoria.

L’importante iniziativa è stata presentata il 19 gennaio in una conferenza stampa a Palazzo Chigi insieme ad altre operazioni sulla Shoah realizzate congiuntamente da istituzioni pubbliche e realtà ebraiche.

“Alcuni Paesi, come la Francia e l’Olanda, sono sul web già da tempo con i nominativi delle proprie vittime – spiega Liliana Picciotto, storica del CDEC e responsabile della ricerca sulla deportazione -: e, ovviamente, c’è anche Israele, dove lo Yad Vashem ha già divulgato online 3,5 milioni di nomi. In Italia però questo mancava; ed essendo stati invece fra i primi, nel 1991, a fare un’approfondita ricerca sui nomi con il Libro della Memoria, era importante che facessimo il passo successivo su Internet”.

Con l’eloquente sottotitolo “memoriale delle vittime della persecuzione antiebraica 1943-1945”, il sito si apre su una home page di grande effetto: un memoriale, appunto, su cui appaiono ogni giorno 50 nomi delle vittime italiane, per rinnovarsi il giorno dopo con i 50 successivi: in questo modo tutti saranno in homepage ogni 2-3 mesi.

“Una particolarità è che, accanto a quelli dei morti, compaiono anche i nomi dei sopravvissuti – spiega Picciotto Fargion – i deportati cioè che sono tornati alle loro case dopo la guerra. E poi, dal 2013, saranno disponibili anche i nomi delle quasi duemila vittime della Shoah nel territorio del Dodecaneso (Rodi), all’epoca possedimento italiano”.

Vi è poi un motore di ricerca, con cui si possono rintracciare informazioni secondo diversi criteri (nome, data e luogo di nascita, luogo dell’arresto) e una pagina individuale di ciascuna vittima, contenente dati anagrafici e storico-biografici.

Non mancano poi le fotografie e i documenti relativi a ogni singola persona, di cui dispone l’archivio del CDEC. Ma la ricerca di nuovo materiale è sempre attiva: in ogni scheda individuale c’è infatti l’appello “se hai una foto mandacela”.

“Il dialogo continuo con l’utente è fondamentale in questo progetto – continua Liliana-. Per questo abbiamo anche ideato l’iniziativa ‘Ricorda un nome’, con cui chiunque può segnalare il nome di una persona cara vittima della Shoah, donando 50 euro al memoriale. I nomi dei donatori appariranno su un elenco apposito”. La somma raccolta servirà a finanziare il sito, l’aggiornamento e le ulteriori ricerche.

L’elenco delle vittime è frutto di una complessa e lunga ricerca storica della Fondazione CDEC. Nel 1991 Mursia ha pubblicato i risultati della ricerca e le schede biografiche delle vittime nel volume: Liliana Picciotto, Il Libro della Memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia 1943-1945. Tre le edizioni aggiornate finora pubblicate; una quarta con i nomi ritrovati negli ultimi anni è in via di preparazione.