Le ragioni della nostra unità

Italia

1300 persone sono tornate a Scuola. E’ bello constatare che proprio in un momento in cui si dibatte sul senso stesso della nostra comunità e si confrontano posizioni diverse, talora contrapposte, una festa come quella degli alunni della scuola abbia richiamato, anche da più parti del modo, tantissime persone in un clima di calorosa familiarità.
Tornare a scuola è stato davvero un po’ come tornare ai tempi in cui si frequentava quella scuola. Penso infatti che i luoghi, come per una virtù magica, possano riportare le persone a quello che erano state in quei luoghi. Così, non posso nascondere di aver sentito riaffiorare in quel giardino, l’altra sera, la medesima esitazione che talvolta mi prendeva allora.

Sarebbe interessante chiedersi qual è stato il motore propulsore che ha fatto confluire così tante persone. Credo che sia la corda delle emozioni quella che in fondo ci unisce tutti e che ci fa ritrovare indipendentemente dalle storie di vita, dalle scelte, dalle singole posizioni. Si può anche piacevolmente parlare con un compagno di scuola divenuto ora lubavitch, evitando accuratamente di sfiorarlo e sentirsi raccontare della sua vita, senza avvertire con fastidio la differenza che ci separa da lui. Anzi, percependo che in quel passato comune, fatto pure di giocosità e di complicità condivisa tra quelle aule e in quei corridoi, c’è un legame che rende ragione anche del nostro far parte ora della stessa comunità.

Forse su questo bisognerebbe riflettere quando parliamo e ci interroghiamo sulla nostra capacità di convivere e di far convivere all’interno della comunità anime tanto diverse: la forza aggregante dell’emozione che ha investito il raduno a scuola può avere ad oggetto altre cose, pezzi della nostra storia, principi fondamentali dell’ebraismo che nessuno di noi si sognerebbe mai di mettere in discussione e che devono costituire il motivo della nostra unità.