L'esterno del Municipio di Erba

Erba, presentata e poi ritirata proposta di intitolare una via all’ex podestà fascista Alberto Airoldi, che segnalò famiglie ebraiche della zona

Italia

di Ilaria Ester Ramazzotti
Polemiche a Erba, in provincia di Como, per la proposta avanzata dai gruppi consigliari di centrodestra di intitolare, per meriti culturali, una via a Alberto Airoldi, podestà della città negli anni Trenta e Quaranta e poi aderente alla Repubblica di Salò, che negli anni della Shoah segnalava alle autorità gli ebrei residenti e nascosti nella zona. Attuale sindaco di Erba è Veronica Airoldi, nipote di Alberto Airoldi.

La mozione era stata presentata dai gruppi consiliari della maggioranza (Forza Italia, Lega, Il buonsenso Erba e Veronica Airoldi sindaco per Erba), e avrebbe dovuto essere discussa oggi lunedì 15 luglio in Consiglio comunale. Per la stessa giornata, l’Anpi di Monguzzo ha indetto un presidio di protesta, di fronte al Municipio, raccogliendo l’adesione di Pd, Cgil, Cisl e Uil, Libera, Acli, Arci, Rifondazione comunista e Como Senza Frontiere.

“Ci ha fatto pervenire il proprio sostegno anche il deputato Emanuele Fiano, da sempre attento e sensibile a queste tematiche – spiega a La Repubblica Marcello Molteni, tra gli organizzatori del presidio -. Sono un privato e mi sto dando da fare con Anpi per richiamare quante più persone possibile e dimostrare chiaramente che c’è chi dice no. Mio nonno combatté da partigiano in queste zone e io voglio tramandare ai miei figli l’importanza della memoria, evitando che il fascismo possa essere sdoganato. Nessuno mette in dubbio i meriti culturali di Airoldi, ma non si può passare sopra certe cose: a Erba c’è già una via dedicata a Giancarlo Puecher, giovane partigiano decorato con la Medaglia d’oro della Resistenza fucilato proprio qui e Airoldi ebbe un ruolo attivo nel processo che lo condannò a morte. Tra l’altro nella via che vorrebbero intitolargli viveva una delle famiglie ebree da lui segnalata. La città non può essere contemporaneamente antifascista e fascista”.

“Non è nostra intenzione mettere in discussione i meriti culturali e artistici dell’Airoldi, tuttavia non possiamo assolutamente tacere sul suo passato di convinto sostenitore del fascismo – fa sapere Anpi di Como -. Non è sufficiente esibire meriti culturali per cancellare una macchia indelebile come la complicità attiva nel regime fascista; persino Hermann Goering, numero due del nazismo, aveva meriti culturali ed era uno dei più grandi collezionisti di arte, ma nessuno in Germania si sognerebbe mai di intitolargli una via”. “Ma la cosa più preoccupante, dopo settantacinque anni – sottolinea l’Anpi di Como -, è il tentativo di cancellare la memoria, il tentativo sistematico di ridurre sullo stesso piano fascismo e antifascismo confondendo il tutto in un indistinto passato”.

Alberto Airoldi, ex podestà di Erba che denunciò molti ebrei
Alberto Airoldi, ex podestà di Erba che denunciò molti ebrei

La protesta si è infatti levata anche contro “il tentativo di equiparare fascismo e antifascismo, proponendo nella stessa mozione anche l’intitolazione di un’altra via a monsignor Aristide Pirovano, partigiano che collaborò attivamente all’espatrio di ebrei e antifascisti durante gli anni della guerra – spiega sempre a La Repubblica Manuel Alfeo Guzzon, dell’Anpi provinciale di Como -. Questo significa dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Airoldi non fu affatto un fascista buono, come l’amministrazione comunale guidata da sua nipote Veronica vorrebbe far credere. Fu anzi uno zelante attuatore delle leggi razziali e nel 1939 pubblicò a proprie spese un volumetto intitolato ‘Elenco di cognomi ebraici’ per additare al pubblico ludibrio le famiglie ebree della zona, esponendole ai rastrellamenti nazisti. Peraltro esiste già un cippo che ricorda l’attività culturale di Airoldi, fuori dal teatro Licinium. Tentare però di cancellare la memoria dedicandogli addirittura una via è scandaloso”.

Ma, in seguito alle polemiche e al dibattito accesosi in questi giorni, la proposta di intitolare il primo pezzo di via primo tratto di via Crotto Rosa (dove c’è il Teatro Licinium fondato dall’ex podestà), è stata oggi ritirata. «Ho chiesto ai consiglieri di maggioranza di ritirare la mozione su mio nonno, questa sera in Consiglio comunale non si parlerà di via Alberto Airoldi – ha comunicato il sindaco di Erba Veronica Airoldi, come riporta La Provincia di Como -. L’idea era ricordare un uomo di cultura e un imprenditore, ma la strumentalizzazione politica è stata troppo forte: ho letto delle assurdità che mi hanno fatto male. L’hanno addirittura paragonato al nazista Goering. Documenti alla mano risponderò punto per punto ad alcune delle accuse più infamanti, che spaziano dal suo atteggiamento nei confronti degli ebrei alla questione legata a Puecher».

La via Alberto Airoldi, quindi, a Erba non ci sarà. Invece, Anpi e movimenti antifascisti terranno ugualmente il presidio alle 17 di oggi, di fronte al Comune, per “festeggiare questa vittoria”.