Emanuele Fiano al Campo di Fossoli nel 2020

Emanuele Fiano è il nuovo Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Fossoli

Italia

di Redazione
È Emanuele Fiano il nuovo Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Fossoli, l’ente memoriale che gestisce il Campo di Fossoli, il Museo Monumento al Deportato e l’ex Sinagoga di Carpi.

Architetto, già Presidente della Comunità ebraica di Milano, scrittore e parlamentare, è figlio di Nedo, internato al Campo di Fossoli, poi deportato ad Auschwitz insieme alla famiglia, dei cui componenti fu l’unico a sopravvivere. Nella sua attività si è occupato attivamente di contrasto al negazionismo e al neofascismo.

Insieme a lui, lo scrittore e storico David Bidussa, Giovanni Tesio, filologo, critico letterario e già Docente Università del Piemonte Orientale, la semiologa e docente all’Università di Bergamo Valentina Pisanty, Robert Gordon, docente a Cambridge, Michele Nicoletti, docente all’Università di Trento e Maria Chiara Rioli, docente presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.        

Il Comitato Scientifico si occupa di elaborare proposte in merito agli indirizzi scientifici e culturali della Fondazione, sottoponendole al Presidente e al Consiglio di Amministrazione.

Da sinistra, Pierluigi Castagnetti, Emanuele Fiano, Alberto Belleli e Enrico Campedelli

Questo il commento di Emanuele Fiano: “Sono onorato di entrare a far parte della Fondazione Fossoli, e mi impegnerò a fondo per contribuire all’ulteriore sviluppo delle iniziative di carattere scientifico che l’ente promuove in modo così approfondito e puntuale da anni. Non nego che a Fossoli mi legano ricordi intensi, per la storia della mia famiglia, e non posso dimenticare che da questo Campo passarono 11 miei familiari, e solo mio padre fece ritorno; così come non posso non citare i legami che, con la Fondazione, ho intrattenuto negli anni. Penso, per esempio, alla commemorazione dell’eccidio di Cibeno, che mi ha visto partecipe in diverse occasioni. Sono profondamente persuaso del fatto che luoghi come il Campo di Fossoli, il Museo del Deportato, l’ex Sinagoga rappresentino un’eredità insieme terribile e preziosissima: sono la testimonianza concreta degli orrori e dell’abisso in cui l’umanità è potuta sprofondare. E di questa storia nefanda e tragica anche l’Italia è stata parte, e parte attiva. Per questo vivo l’incarico che la Fondazione e il Comitato Scientifico hanno deciso di affidarmi con grande senso di responsabilità, perché tramandare ai nostri figli, e ai figli dei nostri figli, e ai loro figli e nipoti la memoria di quanto accaduto è nostro supremo dovere. Un dovere che abbiamo verso di loro, e verso coloro che, nei luoghi di cui Fossoli era l’anticamera, sono stati sommersi”.

 Alberto Bellelli, Sindaco di Carpi, commenta: “Questa nomina non può che rendermi felice e orgoglioso. Competenza, capacità, ma anche grande passione civile si uniscono allo speciale legame che Emanuele Fiano ha con i nostri luoghi della memoria:  ricordo infatti le sue parole, in occasione delle commemorazioni della Strage del Poligono di Tiro di Cibeno, durante le quali ha spiegato che Fossoli e il Campo di concentramento rappresentano un pezzo della casa della sua famiglia, e questo non può che aggiungere, al valore della persona, anche un senso di impegno e un’assicurazione di grande condivisione dei valori che la Fondazione ha sempre portato avanti insieme all’amministrazione”.

“A Fiano vorrei rivolgere le mie più vive congratulazioni per il nuovo ruolo – commenta il Presidente della Fondazione Fossoli, Pierluigi Castagnetti – e sottolineare come anche il Comitato Scientifico che l’ha nominato Presidente sia composto da personalità di assoluto rilievo in ambito storico e accademico, intellettuali e docenti che non soltanto padroneggiano i temi d’ambito della Fondazione, ma hanno anche, nel corso della propria carriera di studiosi, stimolato il dibattito pubblico, nazionale e internazionale, sugli stessi, attraverso studi, pubblicazioni e interventi nei più diversi ambiti. Sono certo che quello da loro fornito rappresenterà un ulteriore, fondamentale contributo per l’attività e la crescita della Fondazione, che è chiamata, per quanto le spetta, ad adoperarsi su alcuni dei temi essenziali per la tenuta della nostra democrazia, che sorge proprio dalle ceneri della Seconda guerra mondiale e dai suoi orrori”.