Cortei in tutta Europa contro la crisi. A Roma i manifestanti prendono di mira anche la comunità ebraica

Italia

Il 14 novembre 2012 rimarrà nella storia come quella del più grande sciopero generale europeo, organizzato contemporaneamente nei paesi maggiormente colpiti dalla crisi economica – dalla Spagna alla Grecia, dalla Francia al Portogallo. E poi l’Italia – Milano, Roma, Torino, Palermo, Trieste, Parma, Bologna. Una manifestazione sincronizzata, forse la prima di questo genere organizzata dagli studenti e lavoratori europei, che si ritrovano oggi uniti più che da comuni radici identitarie e principi, dalla rabbia e dalla mancanza di speranze per il futuro.
Cortei ovunque che hanno provocato violenti scontri fra manifestanti e forze dell’ordine; veri e propri episodi di guerriglia urbana, che a Roma sono stati aggravati dall’esplosione di violenza contro la comunità ebraica.
“Sputi, fischi, bandiere palestinesi, urla contro Israele, grida pro Saddam e mortaretti. E mille bambini della scuola ebraica bloccati in istituto” ha detto il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.
Il corteo romano infatti è stato fatto transitare davanti alla Sinagoga – un percorso imprevisto che la Questura ha giustificato dicendo che “la deviazione è stata necessaria per dare una sorta di sfogo visto che la mattina c’erano stati gli incidenti con Blocco Studentesco e all’interno del corteo c’erano molti minorenni” ha dichiarato ancora un allarmato e preoccupato Pacifici. “Erano 30 anni che una manifestazione non passava davanti alla Sinagoga. Oggi un gruppo di manifestanti dei Cobas con bandiere palestinesi al vento, ha cominciato ad urlare ed inveire contro la comunità ebraica. Ci stiamo chiedendo cosa stia succedendo? Perché lasciar transitare un corteo davanti la Sinagoga? Chi ha autorizzato il percorso?”.
Dagli studenti che erano presenti al corteo, arrivano invece parole che tendono a ridimensionare quanto è accaduto. I ragazzi de La Sapienza, riuniti in assemblea, negano che si siano verificati episodi di intolleranza contro la comunità ebraica. Come riportato da Repubblica, Francesco Piromalli, studente di Fisica, ha dichiarato che  “davanti alla sinagoga c’era una fila di una decina di poliziotti. Gli agenti erano schierati a un paio di metri al massimo dai manifestanti. Per questo si è creata, come spesso accade, una situazione di tensione. Alcuni ragazzi hanno gridato slogan contro la polizia, ma nessuno si è permesso di insultare la comunità ebraica. L’unico coro che è stato gridato è al limite ‘Palestina libera’”. “Siamo dispiaciuti di tutto il caos suscitato da qualcosa che non era minimamente nell’obiettivo del corteo nè nel pensiero dei ragazzi”. “Noi siamo quelli che ritinteggiano i muri per cancellare le svastiche, siamo antifascisti. Non sarebbe possibile un atteggiamento del genere” hanno aggiunto i ragazzi a fianco di Francesco.

Solidarietà alla Comunità ebraica di Roma, “offesa dai partecipanti alla manifestazione” è venuta dal sindaco della città, Gianni Alemanno.