Israele-Ucraina, Bennett respinge il paragone con l’Olocausto ma solidarizza con Zelensky

di Paolo Castellano

Il 21 marzo, il premier israeliano Naftali Bennett ha rilasciato alcune considerazioni sul discorso di Volodymyr Zelensky alla Knesset in cui il presidente ucraino aveva paragonato l’invasione russa alla Shoah. La risposta di Bennett è stata pacata e comprensiva, considerate le difficoltà derivanti dall’escalation militare tra Russia e Ucraina.

Tuttavia, il primo ministro d’Israele ha sottolineato che in generale la Shoah non dovrebbe essere paragonata ad altri eventi. Lo ha riportato The Times of Israel.

«Personalmente ritengo che l’Olocausto non deve essere paragonato a nulla. È un evento unico nella storia delle nazioni, del mondo. Lì è avvenuta la sistematica distruzione di un popolo nelle camere a gas», ha ribadito Bennett.

A parte ciò, il premier israeliano ha espresso comprensione per lo stato d’animo di Zelensky e ha ribadito l’impegno di Israele nel fornire aiuti umanitari e diplomatici a Kiev.

«Zelensky è un leader che combatte per la vita del suo paese dove ci sono stati centinaia di morti e milioni di profughi. Non riesco a immaginare cosa significhi essere nei suoi panni […] Continueremo, insieme ad altri paesi, a sforzarci per porre fine alla guerra».

«C’è ancora molta strada da fare perché ci sono questioni controverse, alcune delle quali fondamentali. Di recente, ci sono stati progressi tra le parti, ma i divari sono ancora molto ampi», ha sottolineato Bennett.

Da diverse settimane, lo Stato ebraico si sta impegnando nella mediazione di un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. Il primo ministro israeliano ha persino incontrato Vladimir Putin per cercare uno spiraglio di pace. Secondo il Financial Times, Bennett è “il principale mediatore internazionale” dei colloqui.

Dopo le polemiche sul suo discorso alla Knesset, Zelensky ha corretto il tiro, ringraziando Bennett per il suo ruolo nella mediazione con la pubblicazione di un video nella notte a cavallo tra il 20 e il 21 marzo.

«Il primo ministro di Israele, Naftali Bennett, sta cercando di trovare un modo per preservare i colloqui. E noi siamo grati per questo. Siamo grati per i suoi sforzi, sperando che prima o poi inizino dei negoziati con la Russia, presumibilmente a Gerusalemme», ha sottolineato il presidente dell’Ucraina.

Zelensky ha parlato alla Knesset e ha paragonato l’invasione russa all’Olocausto

Come avvenuto con altri parlamenti, il 20 marzo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è collegato in videoconferenza con la Knesset. Durante il suo discorso ha aggiornato i parlamentari sul conflitto con la Russia. Tuttavia, le parole di Zelensky hanno irritato i rappresentanti israeliani quando si è equiparata la guerra in Ucraina alla Shoah.

Come riporta la Stampa, le critiche più dure arrivano su Twitter dal ministro delle comunicazioni Yoaz Hendel: «Ammiro Zelensky e sostengo il popolo ucraino con il cuore e con i fatti, ma la terribile storia della Shoah non può essere riscritta. La guerra è tremenda ma le comparazioni con gli orrori della Shoah e la soluzione finale è oltraggioso».

Anche i rappresentanti del Likud, il partito di destra guidato dall’ex-premier Benjamin Netanyahu, hanno ridimensionato il passaggio di Zelensky in cui si è detto che “gli ucraini hanno fatto la loro scelta 80 anni fa salvando gli ebrei”. «[Zelensky] dimentica tutti quelli tra loro che hanno partecipato ai massacri», l’osservazione dei parlamentari.

Nel suo discorso, il presidente ucraino ha anche citato la premier israeliana Golda Meir nata a Kiev.

«La nostra storia ha qualcosa in comune con la vostra. Durante la Seconda guerra mondiale erano i nazisti che imperversavano, che volevano distruggere gli ebrei, la soluzione finale contro il vostro popolo. Nessuno dimenticherà l’Olocausto, adesso ascoltate le parole del Cremlino: soluzione finale del problema ucraino, gli stessi termini», ha sottolineato Zelensky.

Per di più, il presidente ucraino ha invocato chiarimenti sul mancato appoggio militare da parte dello Stato ebraico: «Perché Israele non ci ha ancora fornito armi e imposto sanzioni alla Russia? Dovete fare una scelta». Lo riporta il Corriere della Sera.

(photo credits: Blaze Trends)