Da sinistra Bezalel Smotrich e Zeev Elkin (Wikimedia Commons)

“Una nuova speranza di tornare a casa”: rivelati i primi piani per il rimpatrio dei residenti del nord di Israele

Israele

di Pietro Baragiola
Durante la conferenza stampa tenutasi domenica 5 gennaio presso il Ministero delle Finanze a Gerusalemme, i Ministri Bezalel Smotrich e Ze’ev Elkin hanno presentato i primi progetti di un piano per il ritorno a casa dei residenti del nord di Israele che sono stati evacuati dopo il massacro del 7 ottobre.

Questo piano che entrerà in vigore dal 1° marzo 2025 comprende una serie di aiuti finanziari per compensare i costi del ritorno a casa e i danni causati alle abitazioni non solo dai missili ma anche dal prolungato abbandono da parte dei residenti.

“I cittadini israeliani dovranno aspettare altri 15 giorni, fino all’insediamento del presidente eletto Donald Trump, per saperne di più” ha affermato Smotrich, anticipando gli importi delle indennità stabilite per i residenti del nord di Israele: fino a 25.400 NIS per adulto e 12.700 NIS per bambino.

Queste cifre sono state pensate con l’obiettivo di sostenere la ripresa e la crescita a lungo termine dei territori colpiti.

Come affermato durante la conferenza, il piano si dividerà in due componenti distinte: una “indennità di ritorno” che diminuirà nel tempo e una “indennità di partenza” fissa e indipendente dalla prima.

L’indennità di ritorno

Considerata da Elkin ‘un rimborso per il ritorno a casa’, questa indennità è riservata alle famiglie che attualmente alloggiano in sistemazioni temporanee in attesa di poter tornare nelle proprie abitazioni.

Il rimborso può arrivare fino a 15.360 NIS per adulto e 7.680 per bambino se il rientro avviene nella prima settimana di marzo, dopodiché la cifra tenderà a diminuire gradualmente.

Gli sfollati con figli in età scolare che al momento risiedono in appartamenti in affitto riceveranno automaticamente questo rimborso e potranno decidere se rimanere in loco fino alla fine dell’anno scolastico. Per coloro che invece risiedono in alberghi più a lungo aspetteranno minore sarà il rimborso che riceveranno una volta tornati a casa.

L’indennità di partenza

Fissata a 10.000 NIS per adulto e 5.000 NIS per bambino, questa indennità verrà versata a tutti i residenti che torneranno nella loro dimora di proprietà, indipendentemente da quando decideranno di farlo.

Questa agevolazione è anche chiamata “rimborso di proprietà” e tenderà a risarcire i danni che le abitazioni hanno subito per via dei combattimenti e del lungo abbandono da parte dei proprietari.

Per essere incassata questa indennità dovrà essere richiesta presentando prove ufficiali di proprietà, residenza o contratti di affitto per ufficializzare che il richiedente è un abitante delle aree colpite.

“Lo Stato non ha interesse a concedere sussidi a chi non ha alcun legame ufficiale con i territori evacuati” ha affermato il Ministro Elkin.

Sulla base delle stime effettuate durante la conferenza di domenica, una famiglia con quattro figli che è stata evacuata dal nord di Israele e decide di tornare a casa a marzo potrebbe ricevere più di 100.000 NIS di indennità (60.000 per l’indennità di ritorno e 40.000 per l’indennità di partenza).

I residenti delle aree di Metula, Manara e Avivim riceveranno inoltre un trattamento speciale: continueranno a beneficiare di finanziamenti statali per alloggi temporanei fino a quando le infrastrutture delle loro comunità non saranno completamente ripristinate.

Moshe Davidovich, capo del Consiglio regionale di Mateh Asher e presidente del Frontline Forum, ha utilizzato il suo profilo X per elogiare personalmente Smotrich ed Elkin per questo piano di ritorno e ha affermato che, grazie alle informazioni presentate, i residenti del nord di Israele stanno iniziando a nutrire vere speranze di tornare finalmente a casa.

Secondo Elkin il programma attuale è stato solo il primo passo e il governo israeliano sta già creando un piano quinquennale per investire nella crescita dei territori del nord. Il costo previsto è di 3,4 miliardi di NIS che saranno finanziati per una parte dal bilancio 2024 e per il resto dal bilancio 2025.

La conferenza ha sollevato gli animi di molti ma alcuni hanno espresso anche le proprie preoccupazioni a riguardo, come il presidente del Presidio del settore imprenditoriale israeliano Dubi Amitay.

“Se da un lato questo piano è un passo importante per contribuire al ritorno dei residenti del nord di Israele, dall’altro lo scollamento tra questo ritorno a casa e un progetto per la crescita della regione non è corretto e dovrebbe essere risolto rapidamente” ha affermato Amitay alla fine dell’incontro. “Il governo israeliano deve adottare una politica che dimostri ai residenti che tornano a casa che la regione non tornerà com’era il 6 ottobre, ma che sarà un luogo diverso con una risolutiva crescita economica e sociale.”