di Ilaria Myr
«Partecipare al campeggio ci dà una pausa dalla difficile situazione in cui viviamo nei nostri kibbutzim al nord di Israele, al confine con il Libano, dove da oramai nove mesi abbiamo evacuato le nostre case. Questo campeggio ci dà la possibilità di vivere un po’ di vita normale, di vedere la cultura degli italiani e di divertirci qui con loro senza preoccupazioni e senza tutti problemi che abbiamo ogni giorno in Israele». «Negli ultimi nove mesi in qualunque posto andassimo eravamo “gli sfollati”: qui in campeggio, invece, siamo solo “gli israeliani”, e possiamo mostrarci per quello che siamo, dei kibbutznikim, che possono fare conoscere al movimento in Italia i kibbutzim e Israele».
Sono solo alcune delle dichiarazioni raccolte al campeggio estivo dell’Hashomer Hatzair a Piani di Boccio, in Umbria, che quest’anno a luglio ha ospitato 19 ragazzi dei kibbutzim Bar’am e Sasa, dall’8 ottobre quotidianamente bersaglio di missili provenienti dal sud del Libano e per questo evacuati.
L’encomiabile iniziativa del movimento giovanile in Italia è stata resa possibile dalla generosità di molte persone, che hanno risposto all’appello del movimento (ripreso anche da Mosaico-Bet Magazine) per dare ai ragazzi israeliani qualche settimana di normalità.
Il progetto è nato da un’idea dell’Hashomer Hatzair Europa per coinvolgere ragazzi dei kibbutzim di zone particolarmente colpite dalla guerra, e da un’ex shomeret italiana del Kibbutz Bar’am è arrivata la proposta di mandare dei loro ragazzi, a cui si sono aggiunti alcuni dell’adiacente kibbutz Sasa.
«Grazie alla mobilitazione senza precedenti della nostra famiglia shomricha, siamo riusciti a realizzare un sogno, portando 19 ragazzi e ragazze dai kibbutzim Sasa e Bara’am, al confine settentrionale di Israele – spiega Nimrod Ophir, shaliach dell’Hashomer Hatzair a Milano -. Con loro, abbiamo imparato che una casa si può fare fuori, anche lontano, anche in una tenda. Una casa può essere costruita finché le persone che la compongono sono con noi. L’esperienza del campeggio è stata significativa, istruttiva e aggregante. Abbiamo avuto il privilegio di ascoltare e sentire dai ragazzi e dalle ragazze la loro esperienza. Abbiamo avuto il privilegio di permettere loro di sentire che hanno una casa anche a migliaia di chilometri di distanza e in una lingua che non conoscono».
«La presenza dei ragazzi israeliani durante il nostro campeggio è stata un’esperienza positiva per tutti – raccontano alcuni dei bogrim di Milano -. Loro sono riusciti a passare dieci giorni divertendosi, conoscendo nuove persone e visitando bellissime città italiane. Dal canto nostro, la loro partecipazione ha portato un’ondata di novità, rendendo questo campeggio estivo ancora più speciale e indimenticabile!».
L’appuntamento estivo del movimento, che ha quest’anno ospitato 200 ragazzi da tutta Italia, è stato quindi un successo: tante le attività organizzate, come gite, peulot, feste e serate, all’insegna del contatto con la natura e della condivisione di valori ed esperienze. E, quest’anno, ancora più vicini a Israele.