Serie di attacchi in Israele: civile ucciso a Kiryat Arba

Israele

di Sofia Tranchina

Un clima di crescente tensione sconvolge Israele da qualche mese. A seguito di una serie di attacchi del Lion’s Den (un gruppo di fuoco palestinese)  in cui sono rimasti uccisi 19 israeliani, è stata avviata una campagna antiterrorismo in Cisgiordania che ha portato il 26 ottobre all’arresto di tre membri del gruppo terroristico presso Nablus.

Sabato 22 ottobre a Gerusalemme Est un ventenne ortodosso è stato accoltellato alla schiena e gravemente ferito in un parco di Sheshet HaYamim street.
Secondo la ricostruzione, l’accoltellatore, un sedicenne di Anata, sarebbe fuggito dalla scena a piedi, ma sarebbe poi stato identificato presso un campo da calcio a 800 metri di distanza con ancora in mano il manico del coltello, da un agente che gli ha successivamente sparato.

Sabato 29 ottobre, invece, nel quartiere di Kiryat Arba un terrorista di Hebron armato di fucile M-16 ha aperto il fuoco sulla folla, ammazzando un civile israeliano e ferendone altri prima di venire ucciso da un ufficiale fuori servizio.

Il terrorista è stato identificato come Muhammed Kamel al-Jaabari, un residente di Hebron affiliato al gruppo terroristico delle Brigate al-Qassam di Hamas, riferisce il Jerusalem Post. Suo fratello Waal era già stato arrestato per terrorismo ed era stato rilasciato durante lo scambio di prigionieri per la liberazione di Gilad Shalit del 2011. Secondo alcune voci, Muhammed al-Jaabari era malato terminale di cancro.

L’attacco è avvenuto di sera fuori da un minimarket vicino al checkpoint di Ashmoret.

Ronen Hanania, vittima dell’attacco a Kiryat Arba

La vittima è Ronen Hanania, ebreo israeliano di 50 anni residente di Kiryat Arba. Suo figlio, un ragazzo di 19 anni, era lì con lui ed è rimasto gravemente ferito.
Come ha raccontato il figlio a Canale 12, l’aggressore ha sparato nella loro direzione quando sono tornati alla macchina dopo aver fatto la spesa: «il proiettile è entrato e la sua testa si è aperta. L’ho visto morire».

Tra gli altri, è rimasto gravemente ferito anche Ofer Ohana, un medico del Magen David Adom, che era andato sulla scena dell’attacco a prestare soccorso insieme al collega Yisrael Lior, che ha raccontato: «mentre correvo a prendere le attrezzature mediche, ho sentito il medico con cui mi trovavo gridare “sono ferito. Mi hanno sparato”»

Secondo la ricostruzione dei fatti il terrorista ha sparato alla folla ed è scappato, ma è tornato sul posto otto minuti dopo per aprire nuovamente il fuoco sui medici che fornivano cure di emergenza alle vittime, ferendo anche un paramedico palestinese. L’aggressore è stato poi investito dal coordinatore della sicurezza militare e ucciso con arma da fuoco da un ufficiale dell’IDF fuori servizio.

Le immagini circolate sui social media hanno mostrato che, dopo l’attacco, sono iniziati i festeggiamenti a Hebron, con dolci, fuochi d’artificio e canti a sostegno del terrorista Muhammad Deif.

Poco dopo l’attacco, vicino all’insediamento di Ma’ale Amos, in Cisgiordania, dei palestinesi hanno scagliato pietre contro un israeliano di 27 anni, che è stato portato a Shaare Zedek con un trauma cranico.

Diverse ore dopo, vicino alla città palestinese di Bani Na’im sono stati sparati colpi di arma da fuoco da un veicolo di passaggio contro le truppe israeliane. Gli uomini armati sono riusciti a fuggire in auto.

ASSALTO CON SPERONAMENTO DI UNA MACCHINA A SUD DI GERICO

Domenica 30 ottobre, in un doppio assalto vicino al Mar Morto settentrionale, sono stati feriti cinque soldati israeliani.

Secondo quanto riportato da Haaretz, l’aggressore Barakat Musa Younes Odeh, 49 anni, ha lanciato la sua macchina contro alcuni soldati all’incrocio di Nabi Musa, ed ha poi proseguito verso l’incrocio di Almog dove ha colpito altri soldati che aspettavano a una fermata dell’autobus.

L’aggressore ha poi cercato di scappare ma un civile e la polizia l’hanno fermato con colpi di arma da fuoco. La polizia l’ha poi trasportato in condizioni critiche all’Hadassah Medical Center, dove è stato successivamente dichiarato morto.

Un alto funzionario della sicurezza ha fatto notare che questo è solo l’ultimo di dozzine di allarmi che sono scattati negli ultimi giorni per attacchi in Giudea e Samaria.

Il Primo Ministro Lapid ha detto infatti in una dichiarazione: «Il terrore non ci sconfiggerà, agiremo con forza», mentre il ministro della Pubblica Sicurezza Omer Barlev ha asserito: «Il terrore palestinese non ci spezzerà. Continueremo a combatterlo con determinazione e forza, giorno e notte».

 

(Immagine in alto:  Duniya Al-Wattan/J24)