Recuperati a Gaza i corpi di due ostaggi, Youssef e Hamza Alziadana: lutto per la comunità beduina in Israele

Israele

di Anna Balestrieri
Il 7 gennaio 2025, l’esercito israeliano ha recuperato il corpo di Youssef Alziadana, 53 anni, mentre suo figlio Hamza Alziadana, 22 anni, è ancora disperso, ma si teme sia morto. I due erano stati rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 mentre lavoravano in una fattoria a Holit, vicino al confine con Gaza. Youssef lavorava nella fattoria da 19 anni, era sposato con due mogli e aveva 19 figli.

Il corpo di Youssef è stato trovato in un tunnel a sud di Rafah insieme a resti di terroristi. Secondo l’IDF, è probabile che Youssef sia stato ucciso durante un attacco israeliano, ma ulteriori indagini sono in corso. L’esercito ha specificato che la ricerca era finalizzata al recupero di corpi, non di ostaggi vivi, sulla base di nuove informazioni ricevute dall’Unità per i Prigionieri e i Dispersi.
Le autorità stanno analizzando i resti recuperati per verificare se includano quelli di Hamza. La famiglia ha dichiarato di essere stata informata del ritrovamento di entrambi i corpi, ma i dettagli rimangono poco chiari. Il fratello di Youssef, Ali, ha detto: “Speravamo fosse solo una voce, ma l’esercito ci ha confermato la notizia”.
Youssef è il 30° ostaggio ucciso in cattività. La comunità beduina ha accolto la notizia con dolore. Il sindaco di Rahat, Talal Alkerwani, ha dichiarato: “Invece di riportarli vivi, li riceviamo come corpi. Non meritavano questo”.

Il precedente in famiglia

Nel novembre 2023, altri due membri della famiglia Alziadana, Aisha e Bilal, erano stati liberati dopo 55 giorni di prigionia. Il dolore per la perdita di Youssef e Hamza è stato amplificato dall’incertezza sul destino degli altri ostaggi ancora in mano a Hamas, che secondo i dati ufficiali sono 99, tra vivi e morti.

L’opinione pubblica e gli ostaggi

Famiglie e autorità chiedono maggiore impegno nel riportare gli ostaggi vivi. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso di continuare gli sforzi per il loro rilascio. Tuttavia, cresce la frustrazione per i ritardi nelle trattative. Einav Zanguaker, madre di un ostaggio ancora in prigionia, ha sottolineato: “Ogni giorno in cattività è un rischio mortale per i nostri cari”.
All’abitazione della famiglia Alziadana, nei pressi di Rahat, centinaia di persone si sono radunate per rendere omaggio. Kaid Abu al-Qi’an, zio di Youssef, ha dichiarato: “Il nostro cuore è spezzato. Speravamo di riaverli vivi”.