Beniamin Netanyahu e Benny Gantz

Oggi Israele al voto per la terza volta. E gli israeliani temono la quarta chiamata alle urne

Israele

di Redazione
Lunedì 2 marzo gli israeliani torneranno alle urne per la terza volta in un anno, ma sembra che non ci sia nulla di nuovo sotto il sole. I sondaggi danno un sostanziale equilibrio tra i due partiti principali, Likud e Kachol Lavan, e prevedono che nessuno dei due blocchi – come nelle elezioni passate – riesca ad ottenere la maggioranza.

Gli ultimi sondaggi

Due sondaggi finali (28 febbraio) e riportati dal Times of Israel, confermano lo stallo.

Il primo, di Channel 12, mostra che il blocco ortodosso di destra guidato da Netanyahu vince 58 seggi, solo tre in meno della maggioranza della Knesset, contro i 56 per il blocco di centro-sinistra-arabo di Gantz.

Il secondo sondaggio, di Channel 13, al contrario, pone in testa il blocco guidato da Gantz su 57 seggi, e quello di Netanyahu con 56.

Il sondaggio di Channel 13 sulle elezioni israeliane

Possibili scenari

“Se i risultati del 2 marzo fossero in questo senso – scrive il Times of Israel – il partito Yisrael Beytenu di Avigdor Liberman sarebbe di nuovo il re, dopo aver impedito la formazione di un governo di maggioranza dopo le elezioni dello scorso aprile e settembre. E se la sua posizione di nuovo significasse che nessuno dei due blocchi potrebbe formare una coalizione, Israele potrebbe essere diretto a una quarta elezione in autunno”.

Una delle possibili opzioni sarebbe un governo di minoranza guidato da Benny Gantz (Kachol Lavan) con dentro i partiti di sinistra e la destra di Avigdor Lieberman e con l’appoggio esterno della Lista araba.

Il 38% degli israeliani crede però che si arriverà a quarte elezioni: ma i tre turni elettorali sono già costati, spiega ad Avvenire l’economista Moria Avnimelech, 2,7 miliardi di euro e il blocco di diverse infrastrutture.

Cresce la lista araba

In entrambi i sondaggi, il voto per la lista congiunta araba è aumentato, con 14 seggi nel sondaggio di Channel 12 e 15 nel sondaggio di Channel 13, secondo cui l’affluenza tra gli elettori arabi israeliani sarà probabilmente alta, circa del 65% (contro il 50% circa dello scorso aprile e del 60% a settembre).

La lista guidata da Ayman Odeh, prevede un record di affluenza alle urne lunedì, con gli elettori arabi galvanizzati da una clausola nel piano di pace di Trump, recentemente svelata, che suggerisce che i confini di Israele potrebbero essere ridisegnati per rendere alcune città e villaggi arabi nel nord di Israele parte di un futuro stato palestinese in Cisgiordania. Una mossa, questa, che è amaramente contrastata dalla minoranza araba israeliana, che costituisce poco meno di un quarto della popolazione.

L’ombra delle accuse su Netanyahu

Rimane il fatto che Netanyahu sta combattendo queste elezioni all’ombra di un’accusa per corruzione, frode e violazione della fiducia. Il suo processo dovrebbe iniziare il 17 marzo. A questo si aggiungono le voci di sei ex capi del Mossad e dello Shin Bet, che, come riporta il Fatto Quotidiano lo hanno definito “pericoloso per la democrazia”.

Una ricercatrice al Migal Centre in Israele
Una ricercatrice al Migal Centre in Israele

L’emergenza Coronavirus e la scena politica

Su tutto però aleggia l’incbuo del Coronavirus che è già arrivato nel Paese con un israeliano proveniente dal centro Italia, e che ha deciso di rimandare indietro tutti gli stranieri provenienti dall’Italia e mettere in quarantena gli israeliani.

La prima criticità è l’impatto sull’affluenza alle urne. Moshe Bar Siman-Tov, direttore generale del Ministero della Sanità, ha affermato che gli israeliani non dovrebbero avere alcuna esitazione a votare alle elezioni di domani a causa del coronavirus.

“La situazione è sotto controllo. Tutti coloro che sono stati infettati dal coronavirus, sappiamo dove sono stati infettati. Non esitare … vai a votare “, afferma in una dichiarazione video.

Bar Siman-Tov afferma che ci saranno 16 seggi elettorali speciali in tutto il paese per 5.630 persone in quarantena domestica e che ci sono istruzioni speciali sul voto per quelle persone. “Per tutti gli altri, dico, andate a votare, è sicuro e non dovete preoccuparvi”, dice.

Ci sono però anche risvolti politici legati al Coronavirus. Benny Gantz, leader di Kachol Lavan, ha accusato il Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu di aver diffuso falsi rapporti sul coronavirus nel tentativo di sopprimere l’affluenza alle urne il giorno delle elezioni tra gli elettori blu e bianchi. Il riferimento era alle notizie secondo cui parti di un centro commerciale di Givatayim, nel distretto di Tel Aviv, erano chiuse a causa di un sospetto che qualcuno fosse stato infettato dal virus. “Non infastidisce i propagandisti di Likud promuovere con tutte le forze il messaggio che esiste il coronavirus a Givatayim. Vi siete chiesti perché in effetti Givatayim. Perché è una roccaforte di blu e bianco “, scrive Gantz su Twitter. Aggiunge: “Questo è esattamente ciò che Netanyahu intende fare domani. Intende interrompere il giorno delle elezioni, diffondere notizie false in ogni area identificata con Blue and White”.

A proposito del centro commerciale di Givatayim, il Ministro della Salute ha dichiarato: “Non vi è alcun ostacolo per andare al centro commerciale di Givatayim e continuare [la propria] routine quotidiana”, ha affermato il ministero in una nota. “Il Ministero della Sanità non rilascia dichiarazioni su sospetti [portatori del virus] o su coloro che sono stati esaminati, ma solo su casi verificati”.

Intanto, sulla notizia che il centro Migal in Israele sta lavorando a un vaccino per il Coronavirus, disponibile forse nei prossimi tre mesi, è prevista nel pomeriggio di domenica 1 marzo una conferenza stampa di Beniamin Netanyahu, nonostante la paura di Kachol Lavan che, durante la conferenza trasmessa a reti unificate, Bibi possa far passare messaggi politici (vietati invece negli ultimi 60 giorni prima delle elezioni).

Staremo a vedere.