di Nina Prenda
Continua il botta e risposta, arrivati al terzo giorno di guerra aperta, tra Iran e Israele. La Repubblica Islamica oltre ad obiettivi strategici colpisce anche aree civili israeliane, causando morti e feriti, mentre Israele ha come obiettivi in Iran siti energetici, sistemi radar, lanciamissili, punti militari e del programma nucleare, nonché vertici del regime, capi dell’intelligence e numerosi scienziati che lavorano al programma per la realizzazione della bomba di Teheran.
Dopo l’ondata di missili di ieri che hanno colpito soprattutto Tel Aviv e Haifa, stamattina il ministro della Difesa Israel Katz ha minacciato che i residenti di Teheran soffriranno in rappresaglia per gli attacchi missilistici iraniani che hanno causato danni diffusi alle aree residenziali israeliane, uccidendo almeno 21 persone e ferendone altre centinaia da venerdì.
“L’arrogante dittatore di Teheran è diventato un assassino spaventato che spara sul fronte interno civile israeliano per dissuadere l’IDF dal continuare a compiere attacchi che stanno distruggendo le sue capacità”, dice Katz in una dichiarazione, apparentemente riferendosi alla Guida Suprema iraniana Ali Khamenei.
La storia di Deborah Fait
Tra le varie case civili colpite dagli attacchi iraniani, c’è anche quella di Deborah Fait, giornalista e direttrice della testata online Informazione corretta. Deborah vive a Rehovot, nei dintorni di Tel Aviv, e ieri la sua casa è stata distrutta. Lei è viva e sta bene. Al momento, si trova a casa del figlio che l’ha soccorsa. Questo è ciò che ha scritto Deborah Fait dopo l’accaduto:
“Sono rimasta senza casa. Questa mattina alle tre è arrivata una pioggia di missili e droni dall’Iran. Hanno colpito moltissime città di Israele, anche la mia città. È stato bombardato anche il famoso Istituto Weizman per la ricerca scientifica. È bruciato un intero edificio.
La mia casa è stata colpita in pieno dallo spostamento d’aria provocato dai missili caduti. Il soffitto del salone è completamente crollato sui mobili. Vedevo il cielo. Se fossi stata seduta sul divano come accade spesso quando aspettiamo la sirena di avvertimento, sarei morta sul colpo perché un pannello lungo, largo e pesantissimo è caduto proprio là. Vetri rotti, altre case bruciate.
L’Iran si è dato da fare questa notte. Spero che il nostro esercito si dia da fare domani e nei prossimi giorni a casa degli ayatollah. Non so quando potrò tornare attiva. Al momento non penso a niente se non che arrivino tempi migliori per Israele e tutti noi.
Am Israel Chai. Shalom a tutti voi, amici”.