Mogherini: “L’Unione Europea non sposterà l’ambasciata a Gerusalemme”

Israele

di Paolo Castellano

Federica Mogherini
Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza

«Siamo certi che l’ambasciata dell’Unione Europea non verrà spostata», ha dichiarato il 16 gennaio Federica Mogherini. L’Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha chiarito la posizione dell’Europa dopo le ultime affermazioni di Donald Trump sulla sua volontà di trasferire l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme.

«La UE continuerà a rispettare il consenso internazionale contenuto nella risoluzione 478 del 1980. Di sicuro non sposteremo la nostra delegazione, che è a Tel Aviv.
Speriamo che ci possano essere riflessioni sulle decisioni da prendere. Credo che sia molto importante per tutti evitare azioni unilaterali, specialmente quelle che possono avere delle serie conseguenze sull’opinione pubblica in alcune grandi regioni del mondo», ha aggiunto la Mogherini, come riporta Ansa.it.

La risoluzione ONU non vincolante 478 del 1980, passata con 14 voti a favore e l’astensione degli Stati Uniti, aveva stabilito che la “Legge Fondamentale: Gerusalemme capitale di Israele”, promulgata nel 1980 dalla Knesset, non avesse valore e dovesse essere ritirata. Inoltre gli stati membri dell’ONU erano stati invitati a non situare le loro sedi diplomatiche a Gerusalemme perché la norma israeliana aveva “alterato la natura e lo status” della città santa.

I timori della Mogherini riguardano sopratutto il mondo arabo: «Sicuramente mi preoccupa una larga parte dell’opinione pubblica in alcuni luoghi del mondo – nel mondo arabo ma anche in Africa, in Asia e in una parte dell’Europa – gli stati di queste regioni potrebbe reagire e prendere decisioni lontane dal consenso internazionale», riporta i24news.tv.

Inoltre secondo la Mogherini, il trasferimento dell’ambasciata potrebbe interrompere la trattativa di pace tra israeliani e palestinesi. Tale negoziato, appoggiato dall’ONU e dall’Unione europea, è teso alla “soluzione a due stati”. Questo concetto è stato ribadito anche durante un vertice della Conferenza sulla pace di Parigi dedicato al conflitto israelo-palestinese, a cui Israele e la diplomazia palestinese non hanno partecipato.

Anche il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, presente al meeting internazionale, ha appoggiato la posizione dell’Unione Europea: «Il nostro primo obiettivo è ripetere con forza che la soluzione a due stati è la sola possibile. Il secondo è segnalare la disponibilità collettiva a contribuire concretamente per ricreare le condizioni di un negoziato fra le parti».

«Infine – ha specificato – dobbiamo tracciare le piste d’azione per le prossime settimane e mesi allo scopo di continuare con la nostra mobilitazione», ha riportato RaiNews.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, nella seduta del consiglio dei ministri del 15 gennaio, ha dichiarato che la Conferenza di Parigi «allontana la pace perché irrigidisce le posizioni palestinesi e li allontana dai negoziati diretti senza precondizioni – ha poi ribadito – quella conferenza riflette gli ultimi battiti del mondo di ieri. Il domani avrà un altro aspetto, e il domani è molto vicino». Il discorso di Netanyahu ha ripreso chiaramente le convinzioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che in più occasioni ha definito L’ONU e la NATO come organismi “obsoleti”.