Missili di Hamas su Gerusalemme. Netanyahu: “Risponderemo con grande forza”

di Paolo Castellano

Dopo giorni di proteste palestinesi per alcuni sfratti nel quartiere Sheik Jarrah di Gerusalemme, il 10 maggio la capitale d’Israele e la parte Sud del Paese sono stati bersaglio dei razzi di Hamas lanciati da Gaza  (oltre 250 nella notte) che continuano in queste ore.  Due vittime israeliane ad Ashkelon. Oltre a ciò, sono avvenuti violenti scontri tra manifestanti palestinesi e le forze di sicurezza israeliane che hanno utilizzato lacrimogeni e granate stordenti per disperdere i lanciatori di pietre che si erano asserragliati sulla Spianata delle moschee e all’interno della Moschea al-Aqsa. Secondo la Croce Rossa ci sarebbero centinaia di feriti palestinesi, 7 in gravi condizioni.

La guerriglia urbana è avvenuta durante la celebrazione di Yom Yerushalayim, data in cui si ricorda la riunificazione di Gerusalemme del 1967, dopo la Guerra dei Sei giorni. A dimostrazione della violenza dei manifestanti, sui social circola inoltre un video dove alcuni giovani palestinesi sono stati ripresi dalle telecamere mentre lanciavano sassi sulle auto.

Secondo la stampa, i manifestanti volevano impedire agli ebrei di accedere al Monte del Tempio. L’IDF ha infatti giustificato il suo intervento, sostenendo di voler riportare l’ordine e il libero accesso nelle aree di culto.

Secondo le ricostruzioni di La Repubblica, il 10 maggio il gruppo terroristico palestinese Hamas aveva minacciato lo Stato ebraico: “Entro le 18.00 dovete ritirare le forze di sicurezza da al-Aqsa e da Sheikh Jarrah oppure vi attaccheremo”. Un ultimatum che si è infatti concretizzato con il lancio di 6 missili su Gerusalemme. I razzi hanno infatti percorso 100km, producendo danni marginali grazie al sistema Iron Dome che li ha intercettati nei cieli israeliani. Per precauzione sono stati evacuati la Knesset (parlamento israeliano) e il Muro del Pianto, mentre il suono delle sirene si diffondeva per le strade della capitale israeliana.

Hamas ha pubblicato questa foto di una batteria di missili che stanno per essere lanciati contro Israele

Allo stesso tempo, i terroristi palestinesi hanno sparato altri ordigni  verso l’area Sud di Israele, devastando alcune abitazioni; un missile anticarro ha persino colpito un’auto a Sderot. Sull’account Twitter dell’IDF sono inoltre presenti alcuni video che testimoniano l’offensiva militare di Hamas.

Hamas ha infatti cavalcato i malumori arabi sugli sfratti di alcune famiglie palestinesi nel quartiere gerosolimitano Sheik Jarrah, che sono al centro di una disputa legale che dura da 30 anni.

L’esercito israeliano ha reagito all’attacco terroristico utilizzando l’aviazione per colpire obiettivi militari nella Striscia di Gaza. Secondo il Ministero della Salute di Hamas, nella Striscia sarebbero morti 20 civili e diversi bambini – che potrebbero essere rimasti coinvolti in un incidente di lancio verso lo Stato ebraico come accaduto già in passato. Bilancio non confermato dall’IDF che invece ha dichiarato di aver ucciso 3 terroristi palestinesi, incluso Mohammed Abdullah Fayyad, comandante delle Brigate dei Martiri al-Aqsa e colpito 130 obiettivi militari nella striscia.

(Photo by JACK GUEZ / AFP)

Paesi arabi, come Egitto e Qatar, hanno avvertito Israele: “Al-Aqsa è la linea rossa”. La replica di Benjamin Netanyahu: «I razzi su Gerusalemme sono la linea rossa». Infatti, come riporta il Jerusalem Post, il primo ministro israeliano ha dichiarato che “Israele risponderà con grande forza” e che il confronto con Hamas “potrebbe durare per un po’”. Intanto, l’Ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti Ahmed Al Hosani ha dichiarato che “Il più grande pericolo per la Palestina sono le fazioni armate come Hamas e Fatah, che usano i giovani palestinesi come carburante per combattere con le forze israeliane. Condanniamo l’escalation israeliana, ma c’è una provocazione palestinese”.

Quella che si sta verificando è una sorta di “tempesta perfetta”: Hamas vuole rafforzare la propria immagine di leadership in vista delle elezioni palestinesi, che Abu Mazen sta cercando di rinviare sine die, in un contesto in cui l’amministrazione Biden è più  aperta all’ascolto delle richieste palestinesi rispetto alle chiusure di Trump; mentre Netanyahu, che non è riuscito a formare un Governo e ha dovuto passare la mano a Yair Lapid, ha tutta l’intenzione di accreditarsi come l’unico in grado di fronteggiare la situazione sul campo.

(foto: una casa colpita ad Ashkelon – courtesy Flash90)