Il viaggio di William in Medioriente: è già nella Storia

Israele

di Redazione

Il principe William, Duca di Cambridge, è volato in visita in Medioriente il 25 giugno. Il viaggio – “Ufficiale ma di natura non politica” come si sottolinea da parte del Regno Unito – ha come destinazione Israele, Giordania e Territori palestinesi, tre tappe toccate per la prima volta congiuntamente, da un membro della famiglia reale di Londra. In Israele, la prima visita ufficiale in assoluto. Altri membri della famiglia di William, incluso suo padre, il Principe Charles, hanno fatto visite non ufficiali in Israele; Charles d’Inghilterra, in particolare, ha partecipato a Gerusalemme ai funerali di Shimon Peres nel 2016.

Il primo giorno della sua visita, il Duca di Cambridge si è incontrato ad Amman con il principe ereditario della Giordania, Hussein bin Abdullah, 23 anni, suo commilitone alla Royal Sandhurst Academy. William d’Inghilterra incontrerà nel corso del suo viaggio  il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme e  il presidente palestinese Mahmoud Abbas a Ramallah.

A Gerusalemme è ospite dell’hotel King David, che era il quartier generale amministrativo della Gran Bretagna durante il Mandato prima della fondazione dello Stato israeliano nel 1948 e obiettivo di un attentato antibritannico da parte dell’Irgun nel 1946. Nella mattinata di lunedì, in Israele, ha reso omaggio sul Monte degli Ulivi di Gerusalemme alla tomba della bisnonna, la Principessa Alice di Grecia, madre del principe consorte Filippo di Edimburgo. La donna è onorata da Israele con il titolo di Giusta tra le Nazioni per aver protetto gli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale, quando viveva ad Atene.

 

Una visita “storica”, nell’anno che celebra i 70 dalla Fondazione di uno Stato che ha avuto relazioni controverse con gli inglesi. Celebre la frase di Ben Gurion: “Combatteremo la guerra contro i nazisti a fianco degli inglesi, come se non ci fosse il Libro Bianco e il Libro Bianco come se non ci fosse la guerra”. Il Libro Bianco, nelle sue diverse evoluzioni (1922, 1930, 1939), era l’espressione della politica britannica che mirava a frenare l’immigrazione ebraica in Eretz Israel, per non compromettere i rapporti con gli arabi, e gelava le speranze suscitate dalla Dichiarazione Balfour del 1917. Nonostante le ondivaghe politiche britanniche verso gli ebrei, particolarmente odiose alla vigilia della Shoah, 5000 soldati ebrei che risiedevano nel Mandato si arruolarono nell’esercito inglese costituendo la Brigata Ebraica, nel 1944, per combattere il nazifascismo in Europa.

Qualche polemica segnerà anche la visita storica di oggi. Il Foreign Office segnala che la tappa al Muro Occidentale, massimo luogo sacro dell’ebraismo, avviene nei “Territori occupati”.

Martedì 26 giugno, William ha reso omaggio alle vittime della Shoah, allo Yad Vashem di Gerusalemme. Come rivela il sito Ynetnews il giovane Duca di Cambridge, 36 anni compiuti lo scorso 21 giugno, si è recato al  Museo per onorare con una corona funebre i sei milioni di ebrei uccisi dai nazisti e ha incontrato il Primo Ministro Netanyahu. All’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv è stato accolto dal Ministro del Turismo Yariv Levin e dall’esponente di punta del Likud Amir Ohana.

Momento culminante della permanenza del Principe a Yad Vashem è stato l’incontro con i sopravvissuti alla Shoah, Paul Alexander e Henry Foner. Quest’ultimo gli ha regalato il libro Cartoline a un piccolo ragazzo, che raccoglie le cartoline che suo padre gli inviò dalla Germania prima di essere ucciso nel lager di Auschwitz. Alla Reuters, Foner ha rivelato di aver detto al Principe che “si tratta di un grande onore per me consegnarle questo libro che ho scritto in memoria di mio padre”.

Notevoli le parole del Principe in cui ha espresso alcune considerazioni di rilievo e ha ricordato il contributo di sua bisnonna, la Principessa Alice, che ha salvato tre ebrei della famiglia Cohen nascondendoli nel suo palazzo reale a Atene durante l’occupazione nazista in Grecia. Stando a quanto riporta Times of Israel, William ha definito la visita come “un’esperienza profondamente commovente” sottolineando che “è impossibile comprendere ancora oggi questa terribile tragedia. Ogni nome, foto o memoria ricorda questa tremenda perdita che gli ebrei hanno sofferto. La storia dell’Olocausto è oscura e disperata e mette in discussione l’umanità intera”.

Nella sua visita il Duca di Cambridge ha voluto visitare il Museo della Shoah firmando il libro degli ospiti. Nel suo intervento ha aggiunto “non dobbiamo mai dimenticare quanto accaduto e i sei milioni di uomini, donne e bambini uccisi solo perché ebrei, insegnando alle nuove generazioni che questo non deve mai più ripetersi. Che gli ebrei ricordati qui non vengano mai dimenticati”.

Parole toccanti nelle quali egli ha fatto riferimento alla bisnonna Principessa Alice di Battenberg, insignita del titolo di Giusta fra le Nazioni. A questo proposito egli ha aggiunto che “le azioni di quei pochi che hanno assunto grandi rischi per aiutare il prossimo, ci ricordano la capacità umana di amore e di speranza. Sono onorato che un membro della mia famiglia sia una dei Giusti fra le Nazioni”. La Principessa nascose nella sua residenza Rachel, Tilda e Michelle Cohen assicurandosi che avessero cibo e tutto quello di cui necessitavano e trascorreva diverse ore in loro compagnia. Grazie a lei, la famiglia Cohen è sfuggita alla deportazione, riuscendo poi a riparare in Francia. La Principessa Alice di Grecia, donna di straordinaria personalità, è morta nel 1969 a Londra, ma per sue espresse disposizioni la sua salma fu poi traslata a  Gerusalemme nel 1988, nel convento di Santa Maria Maddalena nel Getsemani sul Monte degli Ulivi, vicino a sua zia Elizaveta Fëdorovna.
Durante la visita allo Yad Vashem, il Principe è stato scortato dal Rabbino Capo britannico Rabbi Ephraim Mirvis e guidato attraverso i locali del Museo dal suo chairman Avner Shalev. Successivamente egli ha incontrato i vertici della politica israeliana, dal presidente Rivlin al Primo Ministro Nethanyahu.

Il presidente israeliano Reuven Rivlin, durante l’incontro nella sua residenza a Gerusalemme,  ha chiesto al Principe William di portare a Mahmoud Abbas un messaggio di pace, precisando che “i palestinesi devono accettare che gli ebrei siano tornati alla loro terra ancestrale ed è tempo che israeliani e palestinesi pongano fine al conflitto, trovando la via per costruire una reciproca fiducia”. Il presidente Rivlin ha ricordato di essere nato a Gerusalemme nel 1939, ai tempi del Mandato e quindi come “suddito di sua Maestà britannica” e ha sottolineato l’importanza di una visita storica, la prima di un membro della Casa Reale d’Inghilterra. “I nostri legami storici sono molto forti e anche il Diritto israeliano è basato su quello inglese”, ha ricordato Reuven Rivlin. Da parte sua, William è stato molto attento a non esprimere valutazioni politiche, che prescindono dal suo ruolo, ma ha manifestato l’interesse a “conoscere e comprendere il più possibile della storia, cultura e tradizioni” dei Paesi che sta visitando e ha auspicato che presto si possa raggiungere una pacificazione nell’area mediorientale.

Tanti gli appuntamenti ancora in agenda: il principe si recherà a Jaffo dove incontrerà le organizzazioni giovanili operanti nel campo della convivenza etnica e religiosa, come il Peres Centre for Peace, visitando Tel Aviv e incontrandosi col sindaco Ron Huldai.  Mercoledì 27 giugno visiterà il Bet Ha Ir Museum e incontrerà i dirigenti delle principali start up israeliane assistendo alla presentazione di nuovi progetti per l’innovazione.

Nel programma della visita ufficiale del Duca di Cambridge in Medioriente, sono previsti anche incontri con la parte palestinese, a Ramallah con il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e a vari siti religiosi come la Moschea di Al Aqsa, la Cupola della Roccia e il Santo Sepolcro. Ci sarà anche una sosta al Muro del Pianto. Il suo ritorno a Londra è previsto per il primo pomeriggio di giovedì 28 giugno, dopo quattro giorni davvero molto intensi.

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