Un'ambulanza con paziente covi-19 in Israele

Coronavirus in Israele, fra nuovi contagi, vittime ma con qualche spiraglio di prossime riaperture

Israele

di Roberto Zadik
Nonostante le restrizioni governative di queste settimane, compreso il lockdown nelle case, la pandemia continua e la situazione si conferma nella sua gravità anche se con tenui segnali di ottimismo governativo dato l’aumento del numero delle guarigioni. Secondo Times of Israel e Ynetnews le vittime sarebbero salite a 182 e i contagi arrivati a 13.883.

Finora erano quasi tutti anziani over 70, ma il 21 aprile, Yom Ha Shoah, il Times of Israel ha pubblicato la tragica scomparsa di un uomo di 48 anni, senza nessuna patologia precedente, Aharon Turchin ultraortodosso di Bnei Berak, città fra le più colpite dal virus, e padre di ben 14 figli che dopo essere stato intubato per una settimana è morto all’Ospedale Ichilov di Tel Aviv. Sempre a Bnei Berak è morto un 71enne, Elimelech Krauss, già afflitto da malattie pregresse.  Scomparsi in queste ore anche una donna 57enne a Gerusalemme e una centenaria, entrambe con precedenti problemi sanitari, un 63enne, una 85enne e un 89enne. Nonostante questo però il crescente numero di guarigioni, starebbe, secondo Times of Israel, spingendo il Governo a pensare a una lenta e graduale “ripresa” delle attività, ma comunque prevale la cautela.

Fra i nuovi malati di Coronavirus, invece, stando alle cifre fornite dal Ministero della Salute e dai media locali,  142 pazienti sarebbero ricoverati in gravi condizioni dei quali  113 attaccati a sofisticati ventilatori. Gli anziani over 70 afflitti da patologie preesistenti sembrerebbero – come in tutto il mondo del resto – la categoria più colpita, come una donna 90enne deceduta in una casa di cura a Yavne.
Non tutte le notizie però sono negative e fra i malati, 135 sarebbero in condizioni moderate e 9.326 con sintomi lievi mentre 4.353 persone risulterebbero guarite. Fra queste, sempre il Times of Israel ha dichiarato che ci sarebbe anche  il Ministro della Salute, l’ortodosso Yaakov Lizman. Ha infatti annunciato di essere negativo al secondo tampone dopo un periodo di convalescenza, sottolineando che “questo  l’ha reso consapevole di quanto sia importante il lavoro e l’impegno mostrato dai medici del Paese”. Nel suo comunicato ha ribadito “il dovere che i cittadini rispettino le distanze sociali”. Secondo stime più approfondite diffuse da Ynet, la maggioranza dei pazienti, circa 6.620, verrebbero curati nelle loro abitazioni, 2.166 in hotel attrezzati per questa emergenza mentre 547 sono ricoverate in ospedale.   Le parole d’ordine sembrano essere la cautela e la prevenzione.
A questo proposito il Primo Ministro Netanyahu, domenica 19 aprile, ha reso noto che i test e i controlli stanno aumentando e ha auspicato che si arrivi a 30.000 al giorno, anche se attualmente le rilevazioni si aggirerebbero fra le 7.000 e 10.000 giornaliere. Il Premier ha sottolineato che i test sono un fondamentale strumento per una lenta ripresa economica e lavorativa del Paese e un graduale “rilassamento” dei provvedimenti restrittivi per la popolazione. Per adesso, molto critica è la situazione Coronavirus nel mondo haredì, con Bnei Berak che si conferma come uno dei centri più afflitti, mentre a Gerusalemme la situazione sembra migliorata con una diminuzione di casi rispetto alle scorse settimane.
Times of Israel accenna anche ad alcune proposte di eventuali allentamenti delle restrizioni da parte del Governo, emesse domenica, come la volontà di permettere, seppure con estrema prudenza, preghiere con 10 persone (miniàn, il numero minimo di persone necessario per poter recitare alcune specifiche preghiere) a distanza di sicurezza tra loro, e uscite da casa brevi per fare sport, anche se la tensione resta alta. Le attività e gli esercizi commerciali restano chiusi  come chiusi sono tutti i luoghi sociali, dai ristoranti, ai bar, ai cinema e teatri, ai parrucchieri … e i cittadini devono indossare mascherine e guanti per qualsiasi spostamento.
Anche una cerimonia importante come Yom Ha Shoah – che ricorda i 6 milioni di ebrei, uccisi dai nazisti – è stata celebrata da casa – o sulle piattaforme digitali – dalla popolazione israeliana.