Israele, Lapid promette più sicurezza per gli arabi israeliani

di Paolo Castellano

A poche settimane dal prossimo turno elettorale in Israele, il primo ministro Yair Lapid ha promesso alla minoranza araba del paese che combatterà l’ondata criminale che da anni insanguina questa comunità.

In un video rilasciato recentemente, Lapid ha descritto “la battaglia contro il crimine nel settore arabo” come una delle principali priorità del suo governo, che si intensificherebbe dopo le elezioni. «Ci sforzeremo affinché non non avvenga mai più. Vogliamo investire di più nella sicurezza personale dei cittadini di Israele – in particolare nei confronti della società araba», ha detto il premier.

Come riporta Algemeiner, Lapid ha promesso di “investire le necessarie risorse” e “scegliere le migliori personalità” per fermare i problemi più urgenti della società araba: «L’educazione dei vostri figli, la creazione di opportunità di lavoro specialmente per i giovani, piani di abitazione sociale e integrazione nei pubblici servizi».

L’appello arriva nel mezzo di una ondata di criminalità che coinvolge la società israeliana araba, che lo scorso mese ha guadagnato l’attenzione nazionale in seguito all’omicidio di una donna arabo-israeliana e la sua figlia adolescente nel centro della città di Lod.

Un sondaggio rilasciato a fine settembre da The Abraham Initiatives, un’associazione no-profit che mira a incrementare le relazioni tra ebrei e arabi, ha rilevato che un appello di Lapid agli elettori arabi avrebbe potuto stimolare la loro partecipazione alle prossime elezioni. Tuttavia, ci si aspetta che la bassa affluenza araba possa toccare un record negativo arrivando intorno al 22%.

Negli anni recenti l’ondata di criminalità è diventata un punto di rottura, provocando proteste di massa nelle comunità arabe. La minoranza araba di Israele, che copre circa il 21% della popolazione, è sproporzionalmente esposta agli omicidi in confronto agli ebrei, che costituiscono una maggioranza del 74%.

Tra il 2015-2019 in Israele, sono ebrei il 56% delle vittime di crimini verso le persone, ovvero quelle violazioni che oscillano dalle minacce all’omicidio (inclusi gli attentati); mentre il 44% non ha un profilo ebraico. Queste statistiche sono state rilasciate dal Centro di Ricerca e Informazione della Knesset. La situazione corrente sembra aver indebolito la percezione della sicurezza personale degli arabi israeliani, che hanno espresso un “veramente grande o grande” timore di affrontare la violenza nei loro quartieri all’interno di un sondaggio del 2021 effettuato dall’Ente centrale di statistica di Israele.

Nella prima metà del 2022, The Abraham Initiatives ha conteggiato 47 incidenti mortali all’interno della società araba, la maggior parte delle vittime riguarda uomini con meno di 40 anni. Tra l’altro, nello stesso periodo dell’anno precedente, sono stati registrati 52 incidenti mortali che poi sono aumentati producendo 126 uccisioni causate dal crimine e dalla violenza. Tutto ciò fa parte dell’incremento annuale degli incidenti mortali nel settore arabo: 96 persone uccise nel 2020, 89 nel 2019 e 71 nel 2018.

Gli attivisti hanno criticato i precedenti governi affermando che insufficienti politiche sociali e negligenza hanno contribuito all’emersione del crimine e alla proliferazione di armi illegali nelle comunità arabe. Inoltre, spesso la polizia ha denunciato una mancanza di fiducia e cooperazione nel settore.

Lo scorso anno, il governo israeliano ha approvato un piano pluriennale di 9 miliardi di dollari per contrastare le disparità nel settore arabo, inclusa l’educazione, la salute, e le infrastrutture. Per di più, è passato anche un secondo piano di 700 milioni per combattere la criminalità nella società araba.