di Pietro Baragiola
La decisione è stata presa durante gli intensi negoziati condotti a Berlino dalla Conference on Jewish Material Claims Against Germany (o Claims Conference) e riflette l’urgenza di sostenere una fetta di sopravvissuti sempre più fragile e anziana, la cui età media oggi è di 87 anni. La Claims Conference ha confermato che dei circa 200.000 sopravvissuti ancora in vita oltre l’80% di quelli residenti nei Paesi dell’ex Unione Sovietica vive al di sotto o vicino alla soglia di povertà, mentre negli Stati Uniti e in Israele circa un terzo affronta condizioni economiche difficili.
Mercoledì 29 ottobre il governo tedesco ha approvato ufficialmente un finanziamento di 1,08 miliardi di dollari (940 milioni di euro) nei confronti dell’assistenza domiciliare dei sopravvissuti della Shoah. Questa cifra, che verrà stanziata nel 2026, è la più alta mai raggiunta nella storia dei risarcimenti.
La decisione è stata presa durante gli intensi negoziati condotti a Berlino dalla Conference on Jewish Material Claims Against Germany (o Claims Conference) e riflette l’urgenza di sostenere una fetta di sopravvissuti sempre più fragile e anziana, la cui età media oggi è di 87 anni.
“È la più grande somma mai devoluta verso l’assistenza domiciliare e, grazie ad essa, saremo in grado di aiutare tutte le persone in lista d’attesa” ha affermato Stuart E. Eizenstat, capo dei negoziati della Claims Conference, nel corso della sua intervista con il Times of Israel. “Secondo una nostra analisi recente quasi tutti i sopravvissuti della Shoah moriranno nei prossimi 15 anni e la metà non sarà più in vita entro il 2031. Garantire loro una certa dignità in questi ultimi anni è un gesto di profonda umanità.”
Le necessità dei sopravvissuti
Secondo quanto dichiarato dai membri della Claims Conference al Jerusalem Post, uno degli aspetti più complessi dei negoziati è stato spiegare ai funzionari tedeschi che le necessità aumentano anche se il numero dei sopravvissuti diminuisce.
“Chi vive fino agli 80 o 90 anni ha, per definizione, bisogno di più cure” ha spiegato Eizenstat. “Anche se i sopravvissuti sono sempre di meno, le esigenze sono aumentate.”
La Claims Conference ha confermato che dei circa 200.000 sopravvissuti ancora in vita oltre l’80% di quelli residenti nei Paesi dell’ex Unione Sovietica vive al di sotto o vicino alla soglia di povertà, mentre negli Stati Uniti e in Israele circa un terzo affronta condizioni economiche difficili.
Dal 2018 ad oggi, inoltre, l’età media dei beneficiari dell’assistenza è salita da 86 a 88,5 anni e le disabilità legate a malattie come Alzheimer, Parkinson e demenza senile sono quasi raddoppiate.
Gideon Taylor, presidente della Claims Conference, ha auspicato che il nuovo fondo incoraggerà anche le comunità ebraiche locali a contribuire agli aiuti affinché nessun sopravvissuto trascorra i suoi ultimi anni in povertà.
“È fondamentale offrire ai sopravvissuti la possibilità di invecchiare nella propria casa, una dignità che fu loro negata in gioventù” ha affermato Taylor.
Oltre al fondo principale, la Germania ha prorogato fino al 2028 i pagamenti supplementari del Fondo di sostegno, pari a 1.450 euro per sopravvissuto, che raggiungeranno oltre 127.000 persone nel mondo. I benefici verranno estesi anche ai cosiddetti “Giusti tra le Nazioni”, coloro che hanno rischiato la vita per salvare gli ebrei durante la persecuzione nazista.
“È un riconoscimento dovuto” ha affermato Eizenstat. “È giusto che possano vivere i loro ultimi anni con la stessa dignità di coloro che hanno salvato”.
L’educazione sulla Shoah
Durante l’incontro il governo tedesco ha anche deciso di estendere fino al 2029 il finanziamento dei programmi di educazione sulla Shoah, per un totale di 205 milioni di dollari (180 milioni di euro). Secondo quanto dichiarato da un portavoce della Claims Conference, questi fondi sosterranno diversi progetti per la formazione degli insegnanti, la ricerca accademica e iniziative mediatiche come film, videogiochi e programmi di realtà virtuale destinati a raggiungere un pubblico più ampio.
“È profondamente significativo che, a 80 anni dalla liberazione, la Germania mantenga la propria responsabilità verso chi ha sofferto a causa sua” ha affermato Colette Avital, sopravvissuta e membro della delegazione presente ai negoziati. “Ogni superstite e ogni soccorritore merita di essere visto, ascoltato e curato.”
Per Eizenstat questo accordo non rappresenta solamente una questione economica ma anche morale, affermando che “in un momento di crisi economica e di crescente intolleranza, la Germania dimostra un senso di responsabilità che merita di essere applaudito”.
“La vera lezione della Shoah è la tolleranza” conclude Eizenstat. “Dobbiamo imparare a risolvere le differenze, non a stigmatizzare chi è diverso. Dobbiamo essere umani e lavorare insieme per non ripetere gli stessi errori del passato.”



