Tra le vittime, tre sono state uccise sul colpo da un impatto diretto in un edificio residenziale nel centro di Israele, mentre altre due sono state estratte senza vita dai detriti di un rifugio anti-missile che ha subito un colpo diretto a Petah Tikva. Il sindaco della città, Rami Greenberg, ha sottolineato che la tragedia è avvenuta nonostante la presenza di una stanza sicura, mentre centinaia di altri cittadini si sono salvati proprio grazie al rifugio.
Nel frattempo, a Haifa, i soccorritori hanno recuperato tre corpi dalle macerie di un edificio colpito da un missile, facendo salire il bilancio complessivo delle vittime della giornata a otto. Le ricerche continuano, con un disperso ancora segnalato. In totale, più di 100 persone sono rimaste ferite in varie località del Paese, con almeno 20 bambini tra i feriti: due in condizioni moderate, gli altri lievi. Una donna di 30 anni versa in condizioni gravi.
L’attacco odierno
L’attacco, che secondo i media iraniani è stato “più potente e letale dei precedenti”, ha provocato gravi danni anche in strutture civili: due edifici sono parzialmente crollati nella zona centrale di Israele, mentre numerosi altri hanno subito danni dovuti all’onda d’urto. Residenti locali hanno raccontato che le loro case hanno tremato violentemente e che parti di tetti e balconi sono crollate. “È un miracolo che io sia vivo”, ha detto un residente.
La risposta israeliana
In risposta all’attacco, l’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha colpito diverse basi delle forze Quds del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane (IRGC) a Teheran.
Israele ha anche preso di mira la leadership degli Houthi in Yemen, anche se non sono stati forniti dettagli sulle vittime. In parallelo, in una mossa potenzialmente legata al conflitto, 28 aerei cisterna americani sono decollati dagli Stati Uniti in direzione est, senza scorta visibile di caccia. Non è chiaro se la loro destinazione sia il Medio Oriente, ma il loro numero è stato giudicato “insolitamente elevato”.