La pace? Deve essere virale…

Tecnologia

E’ possibile pensare alla pace non solo come un ideale, ma come un vero e proprio prodotto su cui fare del marketing? Secondo Ronny Edry e Ben Noach, si, si può fare. Non solo, ci stanno già lavorando.
Il nome del progetto? Semplice, “Peace Factory”. La “fabbrica della pace” è una sorta di start-up con l’ambizioso progetto di mettere sul “mercato” nientemeno che la pace. “la pace deve diventare qualcosa che la gente desidera, esattamente come desidera l’ultimo modello di smartphone, o uno shampoo,  o l’ultimo videogioco. Se ci sono così tanti giochi di guerra che sul mercato vanno alla grande, perchè non dovrebbero esserci giochi di pace, dove l’obiettivo non è uccidere il “nemico”, ma farselo amico, dialogare con lui, comunicare con lui? dice Ronny Edry, già promotore e animatore del progetto “Israel Loves Iran”, e ora promotore della “Peace Factory”. Però dev’essere un gioco divertente, allettante, qualcosa che i ragazzini devono desiderare. Se è noioso, i ragazzini non ci giocano, non si “connettono”, ovvero non c’è pace. Ecco creare una pace desiderabile, oggetto concreto e tangibili del desiderio della maggioranza delle persone, è l’obiettivo  della Peace Factory. Attraverso la creazione di applications, siti web, giochi. Insomma sfruttare la connessione per andare verso la pace, mettere in grado la gente del Medio Oriente di comunicare fra loro.

Ben Noach, il web developper che lavora insieme a Edry alla Peace Factory, non può che condividere questa idea. “La prima app, per ora disponibile solo su android, ed è utilizzabile anche da tutti coloro che hanno una pagina facebook. Ma stiamo già trattando con Apple, perchè anche gli utenti di Iphone e Ipad possano utilizzarla” dice Noach.

“Noi siamo sognatori, è vero. Ma come diceva John Lennon, ma non vogliamo essere i soli ad esserlo. Soprattutto, aggiunge Edry, “quando sogni qualcosa, hai anche il dovere di cercare di realizzare quel sogno. Lo sappiamo, è una goccia piccolissima in un  mare in tempesta, ma noi dobbiamo credere in quella goccia perchè da quella possiamo cominciare a costruire qualcosa si nuovo. Da quella si comincia, poi… inshallah!”

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