Vita Ebraica

La distruzione del tempio di Gerusalemme di Francesco Hayez (1867)

Oltre le Mura: come trovare la luce nella distruzione

Parole di Torah

di Daniele Cohenca
Nella tradizione ebraica, il periodo di tre settimane che intercorre tra il 17 del mese di Tammuz e il 9 del mese di Av è chiamato Ben Hametzarìm, ovvero “Tra le ristrettezze”. In questo lasso di tempo, gli ebrei di tutto il mondo entrano in una fase di costrizione spirituale, attenuando le espressioni esteriori di gioia e osservando pratiche connesse al lutto.

Balak e l'asina (dipinto di Rembrandt)

Parashat Balak. Essere alleati con Dio è quello che rende gli ebrei un popolo

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Ciò che rende gli ebrei “un popolo che dimora da solo, non annoverato fra le nazioni” è che la loro nazione non si fonda su geografia, politica o etnia, ma su una vocazione religiosa: quella di essere partner dell’alleanza con Dio, chiamati ad essere un esempio vivente di popolo tra i popoli, distinti per la loro fede e per il loro stile di vita.

Iran, Israele, Usa: la guerra dei dodici giorni

Appuntamenti

di Associazione Italia-Israele di Milano
L’Associazione Italia-Israele di Milano, con  il patrocinio dell’Associazione Italiana Amici dell’Università di Gerusalemme presenta martedì 15 luglio 2025, alle 19.00 (ora italiana) “Iran, Israele, Usa la guerra dei dodici giorni”, dibattito in diretta Zoom

(Foto: Tintoretto, Mosé colpisce la roccia)

Parashat Chukkat. Un leader e profeta come Mosè era prima di tutto un essere umano che soffre per il lutto dell’amata sorella

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Sì, Mosè fece cose che non avrebbe dovuto fare. Colpì la roccia, disse “noi” invece di “Dio”, perse la pazienza col popolo. Ma la vera storia è quella di Mosè essere umano, travolto dal dolore, vulnerabile, esposto, immerso in un vortice di emozioni, improvvisamente privato della presenza di sua sorella che era stata la nota di fondo più profonda della sua vita.

Parashat Korach. Il vero leader non si pone sopra gli altri, ma deve guidarli come un gruppo

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Korach pensava che i leader fossero coloro che si innalzano sopra l’assemblea. Aveva ragione nel dire che questo tipo di sovrano non ha posto nel giudaismo. Siamo tutti chiamati a essere servi di Dio. La leadership non riguarda lo status, ma la funzione. Senza leadership, il popolo ebraico è solo un popolo, un gruppo etnico, non una nazione santa.

Parashat Shelach Lechà. Il compito dell’ebraismo non è isolarsi, ma essere coinvolto nel mondo

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Le spie non volevano contaminare l’ebraismo portandolo a contatto con il mondo reale. Cercavano l’eterna infanzia della protezione divina e la luna di miele senza fine del Suo amore avvolgente. C’è qualcosa di nobile in questo desiderio, ma anche qualcosa di profondamente irresponsabile che demoralizzò il popolo e provocò l’ira di Dio.

Rev. Albert Lee Wagner, "Flee from Egypt", 1975

Parashat Behaalotekhà. Il vero leader è colui che ispira gli altri e li responsabilizza

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
L’ebraismo riguarda la responsabilità diffusa, il far contare ogni individuo, la costruzione di squadre coese basate su una visione condivisa, l’educazione delle persone al massimo del loro potenziale, e il valore del confronto onesto e della dignità del dissenso. È questa la cultura che i rabbini hanno instillato nei secoli della diaspora.

Ricette ebraiche: Kibbeh Bil Sanieh

Cucina e Kasherut

di Paula Maknouz
È la versione in pirofila cotta al forno (“bil sanieh” in arabo vuole dire “sul piatto”) della più complicata ricetta delle polpette di carne ricoperte dal bulgur. Questa portata non manca mai nelle cene di Shabbat delle famiglie ebraiche libanesi.

Parashat Nasò. Il saggio è colui che si confronta con il mondo, non che si distanzia da esso

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Il giudaismo fa spazio agli individui che vogliono fuggire dalle tentazioni del mondo. L’esempio supremo è il nazir. Ma questa è un’eccezione, non la norma. Essere un chacham, un saggio, significa avere il coraggio di confrontarsi con il mondo, nonostante tutti i rischi spirituali, e aiutare a portare un frammento della Presenza Divina negli spazi condivisi della nostra vita collettiva.