“Sfurim”

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Ad un primo sguardo, qualcuno potrebbe rimanere infastidito, ritenerlo un’assurda moda o una forma di esibizionismo. Ma a rifletterci un momento, forse, non è proprio così o non soltanto. Per alcuni giovani israeliani, nipoti o bisnipoti di sopravvissuti alla Shoah, farsi tatuare sul braccio il numero di matricola che i nazisti tatuarono sul braccio dei loro nonni, è un modo, un altro modo, di mantenere e trasmettere la Memoria. E’ un modo per dire che quel numero ha segnato e inciso, in qualche modo, anche sulle loro vite  di nipoti di sopravvissuti alla Shoah. Tatuandosi sul braccio sinistro il numero dei nonni deportati ad Auschwitz, le terze generazioni “reincarnano” quella storia, la rendono ancora una volta indimenticabile, impressa com’è nella loro stessa carne, parte indelebile del loro essere.
“Sfurim” (Numbered) è il titolo del documentario realizzato da Dana Doron e Uriel Sinai e di una serie di ritratti fotografici che documentano e raccontano la storia di chi per una vita intera si è portato impresso nel corpo e nella mente un numero; anzi come spiegano i registi, è la storia stessa di quel numero che così radicalmente ha cambiato le vite di migliaia di persone.

Il documentario ha ricevuto il premio Silver Hugo all’ultima edizione del Chicago Film Festival

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