Ritrovati dei testi sacri degli ebrei d’Etiopia del XV secolo

Personaggi e Storie

di Michael Soncin
Sono i più antichi libri finora rinvenuti appartenenti alla comunità dei Beta Israel. La scoperta è stata fatta dai ricercatori della TAU – Università di Tel Aviv. Presto saranno accessibili al pubblico tramite un archivio in formato digitale

Nell’immagine in alto: Antico testi sacro degli ebrei etiopi scritto nell’alfabeto ge῾ez (Crediti fotografici: Università di Tel Aviv)

I preziosi manoscritti, risalenti a 600 anni fa, appartengono alla tradizione Orit, l’insieme delle scritture sacre adoperate nelle sinagoghe che seguono il rito ebraico etiope. I testi che fanno a formare l’Ottateuco sono composti dal Pentateuco, ovvero dai cinque libri che formano la Torah e dai libri di Giosuè, dei Giudici e Ruth.

Sono stati rinvenuti dagli studiosi del Dipartimento Biblico dell’Università di Tel Aviv, nelle abitazioni private dei kessim, i sacerdoti ebrei etiopi, residenti in Israele. La scoperta, risalente al giugno 2024, è stata condotta durante un workshop itinerante in collaborazione con l’Ethiopian Jewry Heritage Centre e la Biblioteca Nazionale di Israele. Per datare i libri, gli esperti di antichi testi sacri etiopi, hanno utilizzato la paleografia, stabilendo che risalivano al XV secolo.

«I libri erano custoditi e conservati con cura, e alcuni dei loro proprietari hanno rischiato persino la vita per portarli in Israele», ha detto la professoressa Dalit Rom-Shiloni, secondo una nota riportata da Jewish News.

Scritti in ge῾ez

I testi delle comunità ebraiche etiopi, i Beta Israel, sono scritti in ge῾ez, un’antica lingua semitica meridionale, tramandata di generazione in generazione.

«Intendiamo reperire il maggior numero possibile di libri per la conservazione, la digitalizzazione e lo studio accademico. La nostra scoperta sta suscitando scalpore tra gli esperti del settore in tutto il mondo. Sebbene conosciamo testi etiopi simili risalenti a questo periodo o addirittura a un periodo precedente, si tratta di tutti testi cristiani, non ebraici. Ora, per la prima volta, è stato rivelato che i kessim di Beta Israel possiedono libri Orit risalenti a oltre 600 anni fa», ha osservato Rom-Shiloni. Il termine Orit significa “Torah” e deriva dal ge῾ez, la cui etimologia proviene a sua volta dall’aramaico “Orayta”.

Il salvataggio dei Beta Israel

La comunità dei Beta Israel è stata portata in salvo in Israele in una serie di operazioni avvenute tra la metà degli anni Ottanta e inizio anni Novanta. Ricordiamo l’Operazione Mosè dei servizi segreti israeliani, che tra il 1984 e 1985 portò in salvo in Israele, attraverso numerosi voli aerei, quasi 8000 ebrei etiopi. Tra il 24 e il 25 maggio del 1991, l’Operazione Salomone è riuscita a evacuare 15.000 ebrei etiopi con 34 arei, nel giro di 36 ore.

Gli ebrei etiopi erano stati perseguitati per via del loro credo. Questo era avvenuto sia in Etiopia, sia nel vicino Sudan, dove molti di loro si erano rifugiati per via della carestia.

Dalit Rom-Shiloni (Crediti fotografici: Università di Tel Aviv)

Un patrimonio da tramandare

Oggi ci sono solo 18 kessim anziani attivi in Israele, in possesso di queste conoscenze, che si sono formati in Etiopia. «Stanno invecchiando. Se non agiamo rapidamente, potremmo perdere questo prezioso tesoro culturale», racconta Rom-Shiloni.

L’inestimabile patrimonio è preservato grazie al programma Guardians della TAU che si occupa dello studio, della cura e dell’eredità biblica degli ebrei etiopi. Il processo di digitalizzazione è stato completato recentemente. Prima la maggioranza dei documenti era inaccessibile al pubblico per motivi di conservazione. Inoltre, alcuni di questi straordinari “libri viventi” sono ancora utilizzati nei luoghi di preghiera.

I libri scoperti rimangono in possesso dei proprietari e sono stati documentati sotto il loro stretto consenso. In questo modo potranno continuare ad essere utilizzati nelle loro comunità. La creazione di un archivio digitale permette la ricerca accademica e la consultazione da parte del grande pubblico.

Al momento, il laboratorio ha prodotto quattro libri Orit, due del XV secolo e altri due del XVIII secolo. A questi si aggiungono 13 libri sacri datati dal XVII al XX secolo.

«Crediamo che la nostra scoperta sia solo la punta dell’iceberg. È probabile che molti altri libri sacri dei Beta Israel siano conservati da famiglie e dai kessim in tutto il paese. Continueremo a cercarli», ha detto la professoressa.

Una scoperta «straordinaria», la definita Youval Rotman, professore dalla TAU, il quale ha evidenziato che il ritrovamento di manoscritti antiche è raro e «quando si tratta dei più antichi esemplari esistenti, il ritrovamento è ancora più eccezionale».