Le “Yiddish mame” fanno bene alle loro figlie: lo rivela una ricerca israeliana

di Roberto Zadik

La figura della mamma ebrea, definita nel mondo askenazita come la “Yiddishe mame” viene rivalutata dagli esperti dell’università israeliana Ben Gurion di Beer Sheva. Solitamente descritta da stereotipi e suggestioni letterarie e cinematografiche, come opprimente, pedante e ansiosa, ma anche protettiva e affettuosa, la madre ebrea, a quanto pare secondo questo studio, stimolerebbe le sue figlie a prendersi cura del corpo e a occuparsi del proprio benessere combattendo insicurezze e insoddisfazioni che portano tante donne a pericolosi disturbi alimentari.

Ma come sono arrivati i ricercatori dell’ateneo israeliano  a questa conclusione? I ricercatori nei loro studi, pubblicati su “Femminismo e psicologia” hanno intervistato una serie di madri e di figlie adulte di età e etnie diverse. Come ha specificato la dottoressa Maya Maor “tutte le madri hanno rivelato, di comune accordo, di affrontare alcune responsabilità nel crescere le loro figlie occupandosi di aspetti fondamentali come il peso, l’attitudine alla femminilità e il benessere generale.” La specialista ha poi continuato: “sia le madri che le figlie hanno l’opportunità di scegliere modelli alternativi che promuovano un’immagine del corpo più sana e costruiscano una personalità più solida”.

La dottoressa Maor ha condotto questa ricerca assieme al Professor Jules Cwikel, fondatore del centro per gli Studi sulla Salute Femminile che collabora strettamente con la Facoltà di Scienze Umane e Sociali e con la Facoltà di Scienze per la Salute. Nella loro analisi, i due esperti, hanno esaminato anche diverse religioni ed etnie, intervistando madri ebree americane, madri israeliane appartenenti a  diverse provenienze e origini. Dalle donne israeliane di origini russe, alle donne etiopi e nordafricane, fino agli europei presenti sul territorio.

Ovviamente sono state interpellate anche studentesse delle scuole israeliane e ebree americane e le figlie intervistate avevano dai 29 ai 45 anni mentre le madri avevano dai 59 agli 80 anni.

Ma quale intento ha questo studio? La dottoressa Maor ha detto che “approfondendo l’atteggiamento delle madri ebree e le loro strategie abbiamo messo in risalto la relazione molto positiva fra madri e figlie identificando una serie di metodi che i parenti e gli specialisti della salute possono mettere in atto per aiutare le giovani ragazze a prendersi cura del loro corpo e della loro personalità”. La ricerca ha rivelato una serie di reazioni comuni secondo le quali madri e figlie abbiano respinto, negato o criticato messaggi oppressivi e i soliti stereotipi. I metodi utilizzati dalle madri ebree interpellate dallo studio includono grande prudenza e sensibilità riguardo al benessere e alla cura del corpo trasmettendo consapevolezza riguardo a disturbi alimentari che possono portare a malattie e anche alla morte. Le madri ebree con la loro tecnica educativa rassicurano le loro figlie e si prendono cura di loro focalizzandosi sulla salute, il peso e il look. Alcune madri nello studio, però, hanno rievocato le critiche e gli apprezzamenti delle loro mamme riguardo alla loro golosità e al loro aspetto sottolineando insicurezze.sensi di colpa e complessi legati ad esse. Hanno comunque cresciuto le loro figlie parlando della qualità del cibo e inducendole al rispetto del loro organismo. I ricercatori elogiano le qualità  delle madri e delle figlie contattate. Anche i rapporti fra padri e figlie potrebbero rivelarsi molto importanti per studi futuri.

 

Nella foto: Le partecipanti al programma “The Jewish Mum of the year” lanciato nel 2012 dall’emittente britannica Channel 4