Devar Torà / Signore di Misericordia

di Ufficio Rabbinico di Milano

16 Giugno 2010 – 26 Sivàn 5772

Devar Torà
“Perdona, Ti prego, la mancanza di questo popolo, conformemente alla grandezza della Tua misericordia ….” (Bemidbàr 14, 19). La sera di Rosh Hashanà del 5664- 1904, tre settimane prima della sua dipartita, lo Tzaddìk Rabbì David Moshè di Tzorkòw aprì la sua derashà – discorso –  dicendo: Padrone del mondo! Nonostante noi siamo pieni di peccati, Tu sei pieno di misericordia. E nonostante grandi e molteplici sono i nostri peccati, sono essi minuscoli e insignificanti a confronto della Tua grande misericordia, come una goccia d’acqua nel mare. La Tua pietà e la Tua misericordia non hanno fine, pertanto perdona e cancella i nostri peccati in questo giorno “conformemente alla grandezza della Tua misericordia”.
Halakhà
È  un peccato molto grave disprezzare oppure odiare persone che siano esperte nello studio della Torà. Gerusalemme è stata distrutta soltanto perché i suoi saggi erano stati scherniti, come è detto: “… Però prendevano in giro i messaggeri di Dio, disprezzavano le Sue parole e denigravano i Suoi profeti …” (2 Cronache 36, 16), ciò significa che umiliavano coloro che insegnavano le Sue parole. Ugualmente, quando la Torà dice: “Se disprezzate i miei statuti …” (Levitico 26, 15) va inteso nel senso “Se disprezzate coloro che insegnano i miei statuti …”. Chiunque manchi di rispetto nei confronti dei saggi non avrà parte nel Mondo Futuro ed è a lui che si applica il versetto: “… Perché ha deriso la parola del Signore …” (Numeri 15, 31). È proibito utilizzare come domestico qualcuno che insegna la halachà (Kt.Sh.Ar. 144, 4).