Devar Torà / La crudeltà verso i poveri distrusse Sodoma

di Ufficio Rabbinico di Milano

29 Ottobre 2010 – 1 Cheshvàn 5772

Devar Torà

“E il Signore scese a vedere” (Bereshìt 6, 5). Il grande commentatore italiano Rabbì Ovadià Sforno commenta questo verso dicendo che l’espressione “scendere per vedere”  è applicata da Dio quando la cosa di cui si parla non è in quel momento ancora meritevole di castigo, ma lo sarà alla fine per la degradazione della cosa stessa. Questo è il caso del ben sorer hu-morè – figlio testardo e ribelle (Devarìm 21, 18-21) di cui hanno scritto i nostri Maestri nel Talmud (TB Sanedrìn 72a): “La Torà è scesa nel profondo della sua conoscenza”, vale a dire che la Torà lo ha capito fino in fondo. Ed è così anche nel caso di Sodoma dove è scritto (Bereshìt 18, 21): “Voglio scendere a vedere”. Infatti dice Rabbì Ovadià che la loro malvagità non era maggiore di quella degli altri popoli, tanto da venir puniti in questa vita, se non per la crudeltà verso i poveri, ma questa portò alla fine ad una degradazione totale, come è scritto: (Ez. 16, 49) “Ecco questa fu l’iniquità di Sodoma tua sorella…. che non stese la mano al povero e all’indigente”.

Halakhà

Nei giorni di Rosh Chòdesh – Capo mese, è mitzvà consumare un pasto abbondante, in onore di questa ricorrenza. In molte comunità vi è l’uso di ritrovarsi per consumare un pasto insieme. Quando il Rosh Chòdesh capita di Shabbàt, si aggiungerà al consueto pasto festivo un piatto in più rispetto agli altri Shabbathoth (Kt. Sh. Ar. 97, 2).