una parashà

Parashat Behalotekhà. Le regole sulla maldicenza

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Viene comandato ad Aharon di accendere la Menoràh, ai leviti di purificarsi per il servizio del Tabernacolo (erano addestrati per il servizio fra i 25 e i 30 anni e prestavano servizio fra i 30 e i 50 anni), viene celebrato il primo Pesach dall’uscita dell’Egitto. L’Onnipotente dice al Popolo Ebraico di muoversi nel deserto quando la nube si sposta da sopra il Tabernacolo e di accamparsi laddove si ferma. Moshè fa due trombe d’argento da essere suonate prima della battaglia o per proclamare Yom Tov (giorni di festa).

Il popolo si sposta verso il deserto di Paran in cui si ribella due volte contro la leadership dell’Onnipotente. La seconda volta si lamentano perché si sono stufati del sapore della manna e per la mancanza di carne nel deserto. HaShem manda una quantità massiccia di quaglie e coloro che si sono ribellati muoiono.
Moshè chiede a suo suocero (Ytrò) di andare con loro nel deserto, ma Ytrò fa ritorno a Midian.
Miriam, sorella di Moshè, parla Lashon HaRàh nei confronti di Moshè. Viene colpita dalla Zaraat (tradotta impropriamente come lebbra, si tratta di una malattia spirituale che si manifesta sulla pelle) ed è esiliata dall’accampamento per una settimana.

Commento

Miriam, sorella di Moshè, ha sentito da sua moglie Zipporah che Moshè si è separato da lei (così da essere preparato a ricevere la Profezia in qualsiasi momento). Miriam riteneva che il comportamento di Moshè fosse improprio, perché sia lei che il fratello, Aharon, hanno entrambi continuato le proprie rispettive vite coniugali e ricevevano comunque la profezia. Miriam ha riferito questa sua sensazione al fratello Aharon.
La Toràh afferma:
 “Miriam [per prima] insieme ad Aharon parlò contro Moshè a motivo [della sua separazione dalla] donna [bella come una] cushita che aveva sposato; difatti lui aveva sposato una donna cushita, [bella anche sotto ogni altro aspetto]. Essi dissero: “HaShem ha forse parlato solo con Moshè? Non ha parlato anche con noi?”. E HaShem udì [le loro parole]. [Ora] quell’uomo, Moshè, era molto umile, più di qualunque altra persona sulla faccia della terra. (Bemidbar 12:1-3)
Il Chafetz Chaim, Rav Israel Meir Kagan scrive (Shemirat HaLashon 2:18) che da questi versi è possible imparare numerosi principi a proposito del divieto di parlare Lashon HaRàh, le regole sulla maledicenza:
1) Il divieto di parlare Lashon HaRàh si applica anche nel caso in cui la persona di cui si parla è molto umile e non fa caso se gli altri parlano male di lui. Per questa ragione, subito dopo che hanno parlato male di Moshèh la Toràh dice che era umile.
2) Anche si sono compiuti numerosi favori per un’altra persona, ciò non dà il diritto di parlare contro di lei. Miriam ha aiutato a salvare la vita di Moshèh quando era neonato, ma è stata comunque punita per aver parlato Lashon HaRàh contro di lui.
3) Il divieto di LaShon HaRàh si applica anche quando non si pubblicizza la LaShon HaRàh che si è detta, ma si riferisce a una singola persona e questa persona è un parente che non la ripeterà a nessun altro. Miriam ha detto la Lashon HaRàh solo al fratello Aharon che non l’avrebbe pubblicizzata.
4) Se si dice a proposito di una grande persona che il suo comportamento sarebbe appropriato solo se fosse a un livello più elevato, ma al suo livello attuale non è adatto, è considerata Lashon HaRàh. Miriam pensava che Moshèh sbagliasse a separarsi dalla moglie. In realtà lei sbagliava, perché il livello di profezia di Moshèh era talmente elevato che HaShem gli si poteva rivelare in qualsiasi momento, quindi ha agito correttamente nel suo caso a separarsi dalla consorte.
Di Rav Zelig Pliskin