Aspettando il Festival/Shabbat nella mia vita

In attesa dell’evento culturale Jewish and the City, Shabbat Spazio al tempo (Milano, 28 Settembre – 1 Ottobre 2013) , prosegue la pubblicazione di testimonianze e voci dedicate proprio all’importanza dello Shabbat nella vita degli ebrei.

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Ruben Foà

38 anni, 3 figli, Web Developer presso TIDS – Telecom Italia Digital Solutions

«Fin dal primo colloquio pre-assunzione ho chiarito con il responsabile delle risorse umane che sono un ebreo osservante e che in quanto tale avrei rispettato lo Shabbat e le festività ebraiche. Ho anche chiarito il funzionamento del calendario ebraico e della giornata ebraica che comincia al tramonto. Di conseguenza, in particolare per rispettare il riposo del Sabato, ho spiegato che d’inverno i miei venerdì sarebbero finiti subito dopo pranzo, mentre d’estate sarebbero stati delle giornate lavorative complete.

Con il passare degli anni, poi, ho avuto diversi responsabili ai quali ho sempre spiegato nuovamente le varie regole e, grazie a D-o, ho sempre trovato persone che hanno capito e non mi hanno mai né ostacolato, né fatto problemi o storto il naso. Anzi. E anche tutte le attività collegate al lavoro (corsi, eventi, trasferte) sono sempre state organizzate in base alle mie esigenze.

Di contro, ho concordato che tutte le mie richieste di ferie per festività ebraiche non mi sarebbero mai state negate, ma sarebbero andate a scalare sul mio conto ferie annuale. Quindi ci sono anni in cui sono più fortunato, quando i vari Chagghim cadono durante il week-end, e altri in cui invece uso quasi metà delle mie ferie. Cerchiamo, insomma, di venirci incontro reciprocamente: io cerco di non approfittarne troppo (mi riferisco in particolare alle uscite del venerdì e della vigilia delle feste) e cerco durante la settimana di recuperare le ore “perse”, fermandomi più a lungo  durante gli altri giorni della settimana».