I movimenti giovanili e l’ADEI-Wizo di Milano celebrano la memoria dei caduti di Israele

Feste/Eventi

di Ilaria Myr
È stata una cerimonia commovente e partecipata quella organizzata in occasione di Yom HaZikaron martedì 29 aprile dall’ADEI-Wizo sezione di Milano in collaborazione con l’Assessorato ai Giovani, l’Agenzia ebraica e i ragazzi dei movimenti giovanili Bené Akiva e Hashomer Hatzair.

Nell’Aula Magna A. Benatoff della Comunità ebraica, i presenti hanno onorato i morti in Israele nelle guerre e in atti di terrorismo, ricordando le vittime del 7 ottobre 2023 e i soldati caduti nella guerra a Gaza iniziata in seguito al massacro di quel sabato nero, di cui sono stati proiettati, in alcuni momenti, video e audio che ne hanno restituito la tragicità.

«Questa sera celebriamo e onoriamo la memoria di coloro i quali hanno sacrificato la propria vita per la difesa dello Stato d’Israele: dai soldati, ai membri delle forze di sicurezza, ai caduti dei movimenti clandestini precedenti la fondazione di Israele, alle vittime del terrorismo – ha dichiarato Sylvia Sabbadini, presidente della sezione di Milano dell’ADEI-Wizo -. Dallo scorso Yom Hazikaron ad oggi la lista delle vittime è aumentata di 317 persone, il numero ufficiale dichiarato dalle autorità israeliane è di 25,418 morti. In Israele ci sono oltre 26,000 famiglie colpite, quasi 10,000 genitori ai quali è stato ucciso il figlio, 5391 vedove di soldati e 10,302 orfani al di sotto dei 30 anni».

Parlando anche a nome del presidente della Comunità Walker Meghnagi, del vicepresidente dell’Ucei Milo Hasbani e di tutto il Consiglio della Cem, il vicepresidente Ilan Boni ha dichiarato: «Non possiamo ricordare i nostri eroi solo oggi, ma dobbiamo sempre portarli nel cuore, con gratitudine. Non basta la tristezza di un giorno per onorarli, ma dobbiamo trasformarla nella promessa che saremo più uniti fra noi, proveremo a essere anche nei fatti un “am echad, lev echad” (un unico popolo con un unico cuore), pur nelle differenze, con la consapevolezza che solo uniti renderemo gloria a nostri eroi caduti».

In memoria di un caduto

Oltre al ricordo commosso della famiglia Bibas, tramite un video e il discorso pronunciato da Yarden Bibas durante il funerale della moglie Shiri e dei figli (letto da Sylvia Sabbadini), durante la serata diversi sono stati gli interventi di persone che hanno voluto ricordare un caduto particolarmente caro.
Adar Schor, Ministro israeliano per gli affari commerciali con l’Italia, ha portato la storia del giovane cugino Barkai, ucciso a Nahal Oz durante l’Operazione “Margine di Protezione” a Gaza nel 2014 -. Una persona buona, pronta sempre ad aiutare gli altri, di cui non ho mai parlato in pubblico prima, e farlo qui oggi è come chiudere cerchio. Ringrazio di cuore la Comunità ebraica che supporta in modo così forte e caloroso Israele in questo anno molto difficile: la vostra vicinanza è come un vento che soffia nelle vele di un paese che sta affrontando nubi minacciose».

Sylvia Sabbadini ha ricordato Naor Calò, un ragazzo di origine italiana che aveva appena 25 anni e mezzo quando è caduto a Debel nel Libano il 09 agosto del 2007, e Yaakov Gad, nato a Fez nel 1945 e morto nel 1970 durante il servizio militare.

Hanno portato la loro testimonianza anche due soldati venuti apposta da Israele. Un comandante ha parlato di un soldato della sua unità, Ofek Russo, morto a Beeri il 7 ottobre. «Un giorno terribile, della cui gravità mi sono reso conto solo dopo due settimane – ha spiegato -. Dopo quello che è successo il 7 ottobre celebrare Yom HaZikaron è diverso rispetto a prima, perché in Israele non c’è una famiglia che non sia stata colpita in un modo o nell’altro da questo giorno. Noi non vogliamo combattere, vogliamo la pace, vogliamo vivere la nostra vita ma ancora dobbiamo finire il lavoro».

Un sergente della Marina militare ha invece parlato di un soldato che non ha conosciuto, Segev Israel Kizner, ma di cui le aveva parlato un suo comandante che lo conosceva. «Un ragazzo che amava fare festa, che era nella Marina e amava la musica, esattamente come me. Non l’ho mai conosciuto ma sento che è come un fratello, nell’anima e nel compito che sto svolgendo nell’esercito. Per questo voglio ricordarlo qui».

«Qualche mese fa sono stata invitata dalla comunità a partecipare ad un pranzo per accogliere il gruppo Or Lamishpachot, l’organizzazione che assiste i genitori che hanno perso i propri figli soldati in guerra e ho subito fatto amicizia con Sarit e Doron Raviv, genitori di Lior Raviv, che aveva solo 21 anni quando è stato ucciso a Gaza – ha raccontato poi Sylvia Sabbadini -. Ho promesso loro che ne avrei onorato la memoria qui a Milano».

A esporre la sua storia due ragazzi del Bené Akiva – movimento giovanile a cui Lior apparteneva – che hanno anche letto la commovente lettera che ha scritto il suo comandante al funerale.
Anche un ragazzo dell’Hashomer Hatzair ha ricordato due ragazzi del movimento caduti, e ha espresso a gran voce la convinzione del movimento che sia necessario fermare la guerra  quanto prima.

A concludere la serata, prima l’esecuzione di un brano musicale al pianoforte da parte di un ragazzo dell’Hashomer Hatzair, accompagnato alla voce e chitarra dallo shaliach del Bené Akiva Joseph Raanan, e poi le preghiere pronunciate da Rav Arbib e Rav Simantov e l’inno, cantato da tutti presenti con grande partecipazione e commozione.