GECE 2020. Nissim: “Oggi come ieri, il mondo ha bisogno di Giusti, che spingono il mondo verso il Bene”

di Ilaria Myr
Ricordare le persone che si sono distinte durante l’emergenza Coronavirus: è questa la proposta che nei prossimi mesi alla comunità europea. Lo ha annunciato Gabriele Nissim, presidente Gariwo, durante il suo intervento alla Giornata europea della cultura ebraica, domenica 6 settembre, in diretta dal Giardino dei Giusti.

“Stiamo vivendo un momento molto importante della nostra storia, con nuove sfide, e abbiamo bisogno di indicare nuova élite morale dell’umanità – ha spiegato -. Abbiamo bisogno di persone e punti di riferimento per determinare il comportamento delle persone”.

Nissim ha poi ricordato due personaggi che hanno dato vita alla riflessione sull’importanza dei Giusti: l’ebreo americano, di origine polacca Raphael Lemkin, che fu l’ispiratore della legge sui genocidi all’Onu, nel 1947, e lo studioso israeliano Yehuda Bauer, che sono partiti dalla Shoah per affrontare il tema della prevenzione dei genocidi.

“La lezione della Shoah dovrebbe servire a tutta l’umanità, affinché quanto è accaduto agli ebrei non si ripeta non solo per il popolo ebraico , ma per ogni minoranza in ogni parte del mondo. È quindi un mai più non solo specifico per un popolo, ma con un carattere universale”. Ed è per questo che nel Giardino dei Giusti di Milano, e negli altri che sono nati in questi anni in giro per l’Italia e il mondo, sono stati piantati alberi per le persone che hanno lottato contro genocidi in corso (Ruanda, Armenia, ecc…).

Nissim ha ricordato anche Moshe Bejski, artefice del Giardino dei Giusti di Gerusalemme, a cui è dedicato il primo albero piantato nel Giardino di Milano. “Bejski aveva capito che un genocidio è reso possibile non solo per l’opera dei carnefici, ma per il coinvolgimento passivo o attivo degli esseri umani. Per intenderci Hitler e Stalin hanno potuto vincere nelle loro società, a partire da quanti hanno detto loro di sì e gli hanno sostenuti. Chi non lo ha fatto in varie forme ha inceppato il meccanismo. I giusti quindi rappresentano la possibilità di resistenza degli esseri umani”.

I giusti però non sono eroi particolari e inavvicinabili o eccellenze umane rare. “Come diceva il filosofo Jonas ‘sono gli uomini che compiono i miracoli’ – ha osservato Nissim -. Può non solo accadere che un uomo sia in grado di salvare una vita, ma anche di diventare il protagonista di un movimento in grado di salvare una nazione intera. È per esempio accaduto in Bulgaria, quando Dimiter Peshev, il vicepresidente del parlamento sconvolse i piani di un regime che stava consegnando gli ebrei ai tedeschi, o quando il russo Stanislav Petrov in un bunker sovietico fu in grado da solo di impedire una guerra nucleare, quando per un errore dei computer era scattato l’allarme di un lancio di missili americani sul territorio sovietico”.

Si contrappongono ai Giusti gli Indifferenti, coloro che voltano la testa dall’altra parte, fanno finta di non vedere.

Tornando all’oggi, Nissim ha sottolineato come l’emergenza sanitaria in corso ci ha dimostrato che ogni individuo non solo doveva pensare alla sua salute, ma diventava responsabile nei confronti dell’altro. “Ma l’idea di solidarietà viene messa in discussione dai crescenti nazionalismi ed egoismi.  Mentre un intellettuale come Noah Harari parla di necessità di risposta globale alla pandemia, abbiamo assistito invece in tanti paesi a correnti nazionalistiche che spingono per un’azione non globale”.

Un altro fenomeno che dovremmo seguire con preoccupazione, secondo Nissim, è la messa in discussione delle democrazie. “Uno dei concetti fondamentali per la prevenzione di genocidi è che le democrazie sono fondamentali per prevenire il Male e guerre. Il nostro compito è quindi non solo fare analisi ma anche indicare alla società esempi morali di oggi che possono rappresentare lo spirito di collaborazione, l’antitesi nei confronti di nuove guerre, esempi di valorizzazione della democrazia”.

Da qui l’idea citata nell’incipit dell’articolo: proporre come Giusti ai tempi del coronavirus il medico italiano Carlo Urbani che pagò con la vita la sua battaglia contro la SARS; i coniugi cinesi Liu Xia e Liu Xiaobo che furono i grandi protagonisti della battaglia per la democrazia in Cina e per questo pagarono con la vita e la prigione la loro missione, e infine uno statista internazionale come Dag Hammarskjöld che dedicò la vita alla costruzione delle Nazioni Unite e per il suo coraggio controcorrente perse la vita in un misterioso incidente aereo il 17 settembre 1961 mentre era impegnato a risolvere la crisi congolese.

“Lo spirito della comunità ebraica e dell’Ucei è questo: lanciare un messaggio per promuovere figure morali del nostro tempo, creando un legame fra Giusti che si opposero ai genocidi e quanti oggi cercano di spingere il mondo in una buona direzione. La Memoria ha un fine sempre: che ci sia un mai più. Per questo è fondamentale ricordare gli uomini migliori che prendono in mano il destino dell’umanità”.