Festival Nessiah, un viaggio fra ebraismo, pittura, musica e poesia con intervento di Roberto Zadik

di r. c.

Un’iniziativa unica nel suo genere, il Festival Nessiah, che giunto alla sua ventiseiesima edizione si è tenuto come di consueto a Pisa presso il Cineclub Arsenale, dal 27 novembre all’11 dicembre. Itinerario coinvolgente fra varie forme d’arte, organizzato dalla Comunità ebraica di Pisa ogni anno nel periodo fra novembre e dicembre, come ha ricordato Francesca Bianchi rappresentante della Comunità, Nessiah in ebraico significa “viaggio e quest’anno il tema è arte ebraica fra precetti e creatività” ricapitolando gli ultimi appuntamenti della manifestazione.

Fra gli incontri dell’iniziativa, il 7 dicembre è stata la volta dell’evento No direction home, da Bob Dylan a Herbert Pagani il rapporto fra musica, poesia e disegno condotto e curato dal giornalista e presentatore Roberto Zadik.

Dopo l’introduzione di Antonio Capellupo, Responsabile della programmazione per il cineclub Arsenale e della rappresentante comunitaria, è stata la volta dell’intervento di Zadik. Partendo dalla tradizione ebraica e dal concetto di bellezza come strumento spirituale e non come estetica fine a se stessa, citando la narrazione biblica dei preparativi per il Santuario nel Deserto e soffermandosi sulla bellezza di alcune sinagoghe italiane, come quella pisana, Zadik ha tuttavia ricordato che l’ebraismo è più una religione interiore che esteriore.

Intendendo unire religiosità e cultura e analizzando “la sinergia fra le varie forme d’arte” come ha affermato nel suo discorso, il giornalista e ricercatore musicale e cinematografico si è addentrato nel percorso artistico e nell’identità ebraica nelle creazioni di grandi pittori come Chagall, Modigliani e Pisarro per poi dedicare l’ultima parte del suo intervento ai cantautori, che furono anche poeti e disegnatori. Da Herbert Pagani, a Serge Gainsbourg, a Leonard Cohen fino al grande Bob Dylan con uno speciale approfondimento sul suo personaggio in attesa della proiezione dello splendido documentario No direction home diretto nel 2003 da Martin Scorsese. Ricordando i sessant’anni di carriera di Dylan dai tempi di Blowin in the wind e gli 80 anni compiuti da Scorsese lo scorso 17 novembre, Zadik ha espresso una serie di aneddoti, riflessioni ed emozioni intrecciando osservanza religiosa, arte e musica e spiegando i collegamenti fra pittori e cantautori in quella che ha definito la sua conferenza più personale perché “prima di diventare giornalista ho iniziato il mio cammino con disegni e poesie sviluppando l’intento di intrecciare fra loro religione e cultura”.

Qui il video del suo intervento, in collegamento su Skype: Sound and visions