Ritratto di Rav Kook, fine pensatore del sionismo religioso

Ebraismo

di Daniele Cohenca

Se dovessimo chiedere chi conosce Rav Kook, in diversi risponderebbero di averne sentito il nome; altrettanto se dovessimo chiedere chi ha mai visto una sua immagine. Se però chiedessimo chi ha mai studiato il suo pensiero, sarebbero davvero pochi a rispondere affermativamente.
Pur essendo uno dei maggiori pensatori della storia ebraica, per moltissimo tempo nelle Yeshivot (accademie di studi ebraici) le sue opere non hanno mai fatto oggetto di lettura né tantomeno di studio. Considerato il primo Rabbino “moderno”, in quanto fervente sionista si è spesso scontrato con coloro che vedevano nel sionismo la sola forte componente laica e, di conseguenza, ne è derivata una interpretazione distorta della sua immagine.
Personalmente, fino ad un paio di anni fa, appartenevo a questa corrente. Mi è poi capitato di frequentare per un certo periodo la Yeshivat Hakotel a Gerusalemme, dove ho trovato un volume che mi ha incuriosito: il libro spiega alcuni dei concetti più profondi dell’ebraismo secondo il pensiero di Rav Kook; l’ho acquistato e mi ci sono appassionato. Desidero quindi condividere col pubblico, attraverso un percorso tematico, alcuni degli aspetti più rilevanti delle sue riflessioni.

Chi era Rav Kook


Avraham Ytzchak HaCohen Kook z.z”l nasce a Griva in quello che era l’Impero Russo nel 1865. Nel 1884, all’età di 18 anni, entra nella famosa Yeshivà di Volozhin dove presto verrà riconosciuto come allievo prodigio. Pochi anni dopo, nel 1887, Rav Kook assume il suo primo incarico della sua esperienza rabbinica diventando Rav della città di Zaumel in Lituania.
Nel 1904 venne chiamato alla posizione di Rabbino della cittadina di Yaffo, nell’allora Palestina, ancora sotto l’impero Ottomano. Allo scoppio della prima guerra mondiale, Rav Kook si trovava in Europa e rimase bloccato tra la Svizzera e Londra, dove divenne Rav della Sinagoga di Machzikè Hadàt, una Comunità ortodossa della città.
Al suo ritorno in Palestina nel 1919 fu nominato Rabbino Ashkenazita di Yerushalaim e pochi anno dopo divenne il primo Capo Rabbino Ashkenazita d’Israele.
Era l’epoca dei primi importanti Yshuvìm (insediamenti), i cui abitanti erano per la maggior parte laici ed in molti casi tenevano un atteggiamento anche ostile verso la religione; nonostante questo, Rav Kook ebbe sempre grande rispetto nei loro confronti, difendendo il loro comportamento in termini Teologici.

Rav Kook incontra Winston Churchill
 Rav Kook incontra Winston Churchill a Gerusalemme nel 1921

Il sionismo di Rav Kook


Rav Kook, come detto, è considerato uno dei maggiori pensatori del Sionismo Religioso, nonostante il suo rapporto con il mondo Sionista che lo circondava era particolarmente complesso. Egli appoggiava con entusiasmo qualsiasi forma di insediamento nella Terra Promessa e vedeva al contempo la necessità Teologica di affiancare l’amore per la terra allo studio della Torà. Sotto questo aspetto la sua attitudine andava certamente controcorrente rispetto ai suoi colleghi Rabbini i quali non approvavano in alcun modo il Sionismo laico.
D’altro canto si dimostrò anch’egli molto scettico in particolar modo verso Theodor Herzl, apprezzandone gli sforzi ma sostenendo fermamente che l’occasione proposta dal Movimento Sionista sarebbe stata opportuna solamente mettendo al centro della questione la Torà ed il ritorno verso Dio; Rav Kook disse una volta in presenza dello stesso Herzl: “l’intero impianto sionista è destinato a cadere, dato che tra le priorità che lo stesso si pone non si accenna nemmeno alla Santità di Dio…”.

Il suo pensiero filosofico

Rav Kook fu un grande maestro di Halakhà, ma è nel suo pensiero Teologico e filosofico che troviamo le profonde qualità – forse uniche nel loro genere – delle sue riflessioni.
Il suo stile come autore è difficile da interpretare; i suoi scritti, in ebraico di altissimo livello, risultano ai più di difficile lettura, tanto che molti editori rifiutarono di pubblicarli.
Fu il suo unico figlio, Rav Zvi Yehuda Kook z.z”l che si preoccupò di pubblicare i testi del Padre in particolar modo le opere raggruppate sotto il nome di “Oròt” – luci:
Oròt Hateshuvà, Oròt Haemunà, Oròt Hakodesh, Oròt HaTorà.


E’ essenzialmente su alcuni spunti da questi testi che affronteremo il nostro percorso.
Avremo così modo di affrontare temi come l’esistenza di Dio (che Rav Kook analizza in un’ottica filosofica molto particolare), la Teshuvà e la ricerca della crescita individuale, le Preghiere (studiate sotto un profilo filosofico e non semantico) e naturalmente il sionismo, nelle parole di Rav Kook:” La Terra d’Israele non rappresenta solo il possesso materiale di una Nazione, in quanto essa è strettamente legata alla vita del Popolo Ebraico”. Avremo anche modo di toccare temi più generici come il rapporto con il prossimo e con sé stessi, il vegetarianismo ed altri. Gli insegnamenti di Rav Kook, come detto, trovano molte più  implicazioni filosofiche e Teologiche che pratiche; ed è su questo che cercheremo di focalizzare questa rubrica.