Operazione Rising Lion e il fronte caucasico: Israele, Azerbaijan e l’Iran

Mondo

di Davide Cucciati
La partnership strategica tra Baku e Gerusalemme, forgiata in anni di cooperazione energetica e militare, ha ormai un peso geopolitico cruciale. Per Israele, si tratta non solo di una fonte di approvvigionamento petrolifero – oltre il 40% -, ma anche di un potenziale avamposto d’intelligence in una regione chiave. Ma per la repubblica islamica di Iran è fonte di grande preoccupazione.

Ebrei persiani in Israele: soffrire per i due fronti della guerra

Israele

di David Zebuloni
L’Iran radicale e indistruttibile, così come lo conoscevamo fino all’attacco israeliano nei cieli di Teheran, forse non esiste e non esisterà più. Il regime oggi è vulnerabile, isolato, spaventato. Ma ha reagito, bombardando Israele e le basi americane nel Golfo. Come vivono tutto questo gli israeliani di origine iraniana? Sperando nel crollo del regime, per poter visitare l’antica patria

La lista che ha sconvolto la Repubblica islamica dell’Iran: tutti gli alti funzionari del regime eliminati dall’IDF

Mondo

di David Zebuloni
Secondo i rapporti, dei 30 eliminati, la maggior parte appartenevano ai ranghi delle Guardie Rivoluzionarie, dell’organizzazione Basij e degli ufficiali superiori dell’intelligence. Oltre a questi, sono stati eliminati anche consiglieri senior del leader supremo Ali Khamenei e una serie di scienziati responsabili dello sviluppo del programma nucleare.

sito di Natanz in Iran colpito

Emanuele Ottolenghi: “Israele non solo ha seriamente danneggiato il programma nucleare iraniano, ma ha reso al regime molto più difficile ricostruirlo”

Mondo

di Francesco Paolo La Bionda
Il conflitto tra Israele e Iran, che ha visto lo Stato ebraico e gli Stati Uniti infliggere seri danni al programma nucleare del regime di Teheran, è un evento storico che sta già avendo profonde ripercussioni. Per approfondirne le implicazioni e analizzarne i dettagli, abbiamo intervistato Emanuele Ottolenghi, politologo e saggista italiano specializzato in Medio Oriente, terrorismo e antisemitismo.

Javier Milei con Isaac Herzog

Nuove prospettive tra Israele e l’America Latina, fra amicizie e opposizioni ideologiche

Mondo

di Nathan Greppi
C’è l’Argentina, che con Javier Milei si è avvicinata molto a Israele, mentre il Brasile di Lula è molto distante dall’amicizia che aveva sotto Bolsonaro. La Colombia ha interrotto le relazioni diplomatiche, mentre El Salvador, il cui presidente ha origini palestinesi, mantiene rapporti molto buoni. Intervista all’esperto Gaston Saidman.

Arresti e fedeltà forzata: la difficile prova degli ebrei iraniani

Mondo

di Davide Cucciati
Nelle ultime settimane le autorità iraniane hanno avviato una vasta operazione di arresti e perquisizioni nelle case di famiglie ebree a Teheran, Shiraz e Isfahan. Una nuova ondata di repressione che colpisce una comunità già ridotta a circa 10.000 persone, rispetto agli 80.000 ebrei presenti nel Paese prima della Rivoluzione islamica del 1979.

Il Mossad offre gratuitamente consulenza di telemedicina agli iraniani

Mondo

di Nina Prenda
“Caro popolo iraniano, un cessate il fuoco è stato implementato”, si legge nella dichiarazione su X del portavoce in lingua persiana del Mossad. “In questo momento, il regime è concentrato sulla sua élite, non sulla cura dei suoi cittadini. Noi siamo con voi”. Il messaggio annuncia la formazione di una squadra di medici specializzati le cui consulenze saranno offerte ai cittadini iraniani.

Il dissidente Ashkan Rostami: “In Iran abbiamo più paura del cessate il fuoco che della guerra. Netanyahu? Ha dato un grande aiuto al popolo”

Personaggi e Storie

di Davide Cucciati
Ashkan Rostami è uno dei più autorevoli esponenti della diaspora iraniana in Europa: rappresenta all’estero il Partito Costituzionalista dell’Iran e da tempo prende parte al Consiglio di Transizione dell’Iran. La sua voce, spesso ospite di testate internazionali, offre un quadro lucido e spietato del dissenso iraniano. Qui un’intervista, in cui ci racconta che cosa pensano gli iraniani di Trump e Netanyahu, e di quanto l’occidente non capisca il pericolo dell’IRGC.