La sinagoga Ghriba a Djerba

Un viaggio nella Tunisia ebraica, un mondo sconosciuto e di grande fascino e intensità

Viaggi

di Roberto Zadik
Una settimana emozionante e piena di storia, profumi, colori e sapori, quella dal 20 al 24 maggio, quando sono partito da Milano alla scoperta della Tunisia e del suo mondo ebraico, estremamente suggestivo e così poco raccontato. Organizzato con grande efficienza e capacità, dall’ente del turismo tunisino in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Martinengo e con il Ministero del Turismo e dell’Artigianato della Tunisia presieduto dal Ministro, Renè Trabelsi, fra i protagonisti dell’iniziativa, il viaggio è partito dalla capitale Tunisi per poi dirigersi in vari luoghi del Paese.

Destinazioni principali del percorso, compiuto in compagnia della simpatica guida Monsef e dell’autista Yassine, sono state la cittadina di Sfax, con la sua Kasbah, un tempo fortezza militare ancora molto ben conservata dove sono visibili cannoni, immagini d’epoca e fortezze dalle quali i soldati avvistavano il nemico e la Città Vecchia piena di  turisti e curiosi e decisamente vivace e affollata. La città religiosa di Kairouan,  fra le più antiche al mondo con la sua imponente Moschea e il cimitero davanti all’edificio e soprattutto  l’isola di Djerba in cui si è svolta la giornata più importante del programma di viaggio.

La sinagoga Ghriba a Djerba

Djerba, dal convegno sulla tolleranza “Bien vivre ensemble” alla grande festa alla sinagoga della Ghriba per Lag Baomer

Proprio sull’isola, famosa per le sue spiagge e il turismo internazionale sempre più in aumento, si sono tenuti gli eventi principali del programma di viaggio che ha avuto come appuntamento d’eccezione, il prestigioso incontro internazionale “Coesistere bene assieme” (Bien vivre ensemble) che, mercoledì 22 maggio all’Hotel Hasdrubal Prestige di Djerba, ha riunito diverse personalità politiche di rilievo in una sala decisamente affollata. Protagonisti dell’incontro il Capo del Governo, Youssef Chahed che ha tenuto un intenso discorso di ringraziamento, Moshe Lewin, vice presidente della Conferenza dei Rabbini Europei, Dominique Jarassè, storico dell’arte francese che ha realizzato in collaborazione con la regista Celia Lowenstein l’ interessante documentario The wonders of the synagogue of Djerba and the Ghriba pilgrims (Le meraviglie della sinagoga della Ghriba e del suo pellegrinaggio)  trasmesso all’inizio del convegno, il Ministro del Turismo Trabelsi e la signora Afef Mbarek professoressa all’Università di Manouba. Presenti in sala altre personalità politiche come il Ministro degli Affari Culturali Mohamed Zine El Abidine, degli Affari Religiosi Ahmed Adhoum e l’ambasciatore americano a Tunisi Donald Blome. Una serie di interventi istituzionali di alto livello seguiti dalle domande da parte dei tanti giornalisti internazionali accorsi all’evento.

All’interno dell’iniziativa definita dalle istituzioni locali presenti quel giorno come “un miracolo in un Paese arabo” il documentario della Lowenstein ha raccontato al pubblico, la complessa storia della sinagoga, nata anticamente ai tempi dei Romani e poi ricostruita nel 19esimo secolo, ripercorrendo vari aneddoti e storie.  Fra queste la leggenda riguardante il nome della sinagoga che nasconde un significato decisamente particolare. La parola araba “Ghriba” significa “sconosciuta” e allude a una ragazza vissuta sull’isola duemila anni fa . Infatti nessuno sapeva nulla di lei e nessuno se ne occupava, viveva da sola isolata dal mondo circostante ma secondo il racconto sembra che sia stata bruciata viva nella sua capanna con l’edificio in fiamme e il suo corpo rimasto illeso. Da questo la gente ne ha compreso la santità e sembra che proprio in quel punto gli ebrei locali abbiano voluto costruire la sinagoga che ha preso il nome da quella vicenda. Il documentario ricostruisce  con una serie di interviste e testimonianze il passato e il presente dell’ebraismo tunisino sull’isola descrivendo non solo la sinagoga ma anche atmosfere e emozioni di quel luogo.

Come si vede chiaramente nel video, la Ghriba è decisamente particolare e piena di elementi caratteristici.  Esteriormente molto essenziale e elaborata e accuratamente decorata e dipinta al suo interno coi suoi soffitti ampi e le pareti e i muri azzurri è un posto davvero speciale. Come ha detto Jarassè “la Ghriba è sospesa fra mito e realtà, fra sacro e profano” ancora oggi  essa è la testimonianza di un ebraismo vivo e partecipato, nell’isola vivono circa mille ebrei, molti dei quali quotidianamente si recano alle preghiere mattutine e pomeridiane.  Un luogo che, come ha sottolineato lo storico dell’arte “nonostante sia stato ricostruito ha mantenuto le sue specificità originarie, seguendo lo stile le caratteristiche  architettoniche dell’arte araba locale adattate ai riti e alle tradizioni ebraiche”. Nel video vengono analizzati diverse tematiche importanti. Leggende come il fatto che la sinagoga sia stata fondata dagli ebrei fuggiti dalla distruzione del Primo Tempio di Gerusalemme e dai Sacerdoti che hanno attraversato il Mediterraneo arrivando fino all’isola di Djerba,  le festività e i momenti fondamentali dell’ebraismo, come lo Shabbat, descrivendo l’emozione delle preghiere in un luogo così speciale, i canti e la lettura della Torah. In conclusione Jarassè ha evidenziato l’importanza di questo luogo “inizialmente volevo realizzare un documentario sulle sinagoghe europee, da Venezia a Budapest, ma poi sono rimasto colpito da questo posto” e il valore della conservazione del patrimonio ebraico tunisino che “abbiamo il dovere di preservare a ogni costo”.

Molto importante anche l’intervento di Moshè Lewin che ha ricordato come “a Djerba non ci si limita solo a vivere assieme, ma si lavora e si costruisce assieme dimostrando che è possibile la pacifica convivenza diversamente dalla violenza in Europa e in Francia. La partecipazione del Primo Ministro a questa ricorrenza de Lag Baomer e al pellegrinaggio rappresenta un segnale molto forte e specialmente durante il Ramadan”. Lewin ha successivamente evidenziato “l’importanza della fratellanza e della sinagoga della Ghriba che esprime qualcosa di unico e Djerba è un luogo dove gli ebrei si sentono protetti e rispettati. Siamo come un albero, esseri umani che veniamo dalla stessa radice con vari rami anche se abbiamo tutti la stessa origine che è l’Eterno”. Un discorso profondo e molto articolato, seguito dai saluti del Capo del Governo, Chahide che ha evidenziato l’importanza del rispetto fra culture diverse. Egli infatti ha messo in luce come “la Tunisia e l’isola di Djerba rappresentino attualmente una dimostrazione di  pacifica tolleranza e coesistenza e un esempio di moderazione e libertà di pensiero”. “La Tunisia” ha aggiunto “si sta impegnando nella diffusione dei valori della libertà, a proteggere il patrimonio religioso contrastando qualsiasi forma di odio e di aggressività e rivelandosi un Paese decisamente all’avanguardia in questo settore e una terra di libertà, tolleranza e diversità”.

Giovedì 23 maggio, conferenza stampa del Ministro Trabelsi

Altro momento  decisivo del viaggio è stata la vivace conferenza stampa del Ministro Trabelsi che si è tenuta, sempre all’Hotel Hasdrubal di Djerba, giovedì 23 maggio. Accolto da una folla di giornalisti internazionali, egli ha evidenziato diversi elementi di rilievo. Riguardo all’iniziativa de Lag Baomer ha espresso la propria soddisfazione sia a livello mediatico “fondamentale la vostra presenza e grazie per il vostro interesse” che nazionale “sono davvero contento che si sia organizzato un evento ebraico di tale importanza in un Paese arabo”. Ringraziando le autorità tunisine, egli ha messo in luce l’impegno governativo e lo sforzo organizzativo della Tunisia che “ha autorizzato e stimolato l’organizzazione di un tale evento dimostrando coraggio e rispetto per i suoi cittadini di religione ebraica.” “Questa è la conferma che la pacifica coesistenza fra diverse religioni è possibile e qui a Djerba questo è qualcosa di naturale e di eccezionale al tempo stesso”.

Nel suo discorso egli ha sviluppato anche altri argomenti, dalla crescita annuale del turismo nel Paese, “specialmente dei russi”, la centralità del tema della sicurezza e la priorità della lotta al terrorismo e dell’accoglienza affermando che “il Paese si sta aprendo  al mondo”. Riguardo all’elemento ebraico tunisino egli ha evidenziato che il pellegrinaggio di mercoledì 22 maggio alla Ghriba “sottolinea che gli ebrei di questo Paese sono sempre rimasti molto legati alle loro radici e si sono sentiti rispettati e accolti in un periodo storico complesso come questo”. Nel suo intervento egli ha successivamente affermato l’importanza della valorizzazione del Paese, dei suoi siti archeologici e delle aree desertiche, del ritorno dei giovani nati all’estero e delle “seconde generazioni” che “spesso nate in Francia non sono mai state qui”. Alla domanda di un giornalista sulla propria identità ebraica tunisina, egli ha confermato il suo grande attaccamento alle proprie origini di ebreo del mondo arabo e la presenza ebraica decisamente antica nel Paese . Accolto con applausi e domande da parte della stampa, l’intervento del Ministro è stato seguito da un aperitivo  e dalla degustazione di alcuni dolci locali davanti alla sala.

Ultimi due giorni a Tunisi, uno Shabbat nella Grande Sinagoga

A conclusione di questa splendida esperienza, sono stato a Tunisi da venerdì a domenica mattina, dove ho passato lo Shabbat alla Grande Sinagoga della capitale, un tempo nota come Cartagine. Accolto calorosamente dalla Comunità locale, sia venerdì sera che sabato mattina, nella Sinagoga, situata nel centro della città, si sono tenute le tradizionali preghiere dello Shabbat, con canti sefarditi emozionanti e grande partecipazione dei presenti. Anche la sinagoga come il resto del viaggio, è una testimonianza della forza e del coraggio di questa presenza ebraica, che pur non essendo numerosa, gli ebrei a Tunisi sono circa 300, dimostra grande spiritualità e amicizia fra i suoi appartenenti. Successivamente dopo la preghiera sono salito al piano superiore dell’edificio dove si è tenuto il Kiddush accompagnato da diverse specialità gastronomiche locali.