Oliver Twist e Fagin

Spettacolo

Oliver Twist, il personaggio di Charles Dickens, nel romanzo che porta il suo nome e ambientato nella Londra dell’Ottocento, era perseguitato da Fagin, un anziano ricettatore ebreo che aveva al suo servizio una banda di ladri bambini. Fagin era un personaggio avido e crudele, proprio lo stereotipo negativo dell’ebreo. Una rappresentazione antisemita che non piacque a Will Eisner, uno dei più importanti fumettisti ebrei, mancato nel 2005; Eisner decise infatti nel 2003 di rileggere il romanzo di Dickens guardandolo dal punto di vista di Fagin. Nacque così la graphic novel Fagin l’ebreo che raccontava anche la disgraziata vita degli ebrei ashkenaziti nella Londra dell’Ottocento: una vera riflessione “a strisce” su povertà, pregiudizio e antisemitismo dell’epoca.

Eisner, creatore del detective mascherato Spirit e ispiratore di una sorta di Oscar del fumetto, l’Eisner Award, volle da una parte salvare la memoria dell’immigrazione ebraica negli Stati Uniti (con la trilogia Contratto con Dio, del 1978), dall’altra combattere gli stereotipi, riconoscendo di aver fatto lui stesso un grossolano errore, quando, all’inizio degli anni Quaranta, aveva affiancato a Spirit l’afro americano Ebony, un poliziotto che agiva e parlava secondo gli stereotipi del “negro”. Eisner fu ossessionato da questo problema, al punto da farne oggetto di una serie di corsi.