Il network prima di Internet

Spettacolo

Museo di Bologna: Uomini e idee, intuizioni e innovazioni.

Quando nel 1999 fu inaugurato il Museo Ebraico di Bologna il pubblico ne rimase positivamente colpito: nasceva infatti un museo di concezione tecnologica e multimediale molto diverso da quelli già operanti in Italia, legati soprattutto all’esposizione di oggettistica rituale e alla narrazione di tradizioni e storia ebraica. A dieci anni dalla fondazione, il Museo Ebraico di Bologna vuole ancora una volta stupire, proponendo una mostra non tradizionale, diretta soprattutto ai giovani dei quali utilizza linguaggio e tecnologie.

La mostra IL NETWORK PRIMA DI INTERNET parla infatti di uomini e delle loro idee, della circolazione di intuizioni e di innovazioni, mettendo in risalto come molti ebrei, per le particolari circostanze storiche in cui vissero, furono “anticipatori e precursori della moderna società globalizzata”.
Gli ebrei, nei vari Paesi in cui vissero, furono infatti costretti a percorsi professionali e culturali diversi dal resto della società circostante: non potevano svolgere alcuni fondamentali mestieri dell´epoca (agricoltura o possesso della terra), dovettero cercare sbocchi di sopravvivenza come il commercio (soprattutto di stracci usati), diventare prestatore di denaro/banchiere (da qui l´accusa di usura); ma coltivarono sempre lo studio dei testi (erano fortemente alfabetizzati – anche per motivi religiosi – rispetto alla società circostante) e quindi curarono la pubblicazione di libri anche in ebraico (di qui la definizione di ebrei come “popolo del Libro”) contribuendo alla conoscenza e allo sviluppo della tipografia.
Gli ebrei, costretti spesso a dover lasciare Paesi in cui vivevano, sono anche anticipatori della “moderna società mercantile”. Membri delle stesse famiglie si stabilivano in località diverse (dove era accettata la loro presenza), mantenendo contatti familiari e commerciali.

La mostra parla della vita della minoranza ebraica in secoli e luoghi
diversi. E lo fa con un video generalista e con il racconto puntuale della vita di alcuni personaggi-simbolo che hanno vissuto in epoche e in contesti diversi, ma tutti in qualche modo legati a Bologna e all’Emilia-Romagna.

I personaggi scelti partono dal 1500 con il filosofo, studioso, medico e tipografo Ovadyah Sforno, affiancato dalla grande signora dei salotti ferraresi, Dona Gracia Mendes, donna d’affari e diplomatica a livello internazionale (trattava alla pari con il sultano ottomano, presso la cui corte andò infine a vivere). Con un salto di due secoli (quelli in cui gli ebrei furono costretti a vivere nel ghetto) si passa a Cesare Rovighi, letterato garibaldino, uno dei numerosi ebrei che si unirono a Garibaldi per “fare l’Italia”. E poi Albert Einstein, passato per Bologna per svolgere alcune lezioni all’università cittadina, per arrivare a Giorgio Bassani, scrittore ferrarese preso a simbolo di tutti gli intellettuali ebrei impegnati nella lotta contro tutte le discriminazioni.
La mostra presenta anche una sezione particolarmente preziosa, rivolta in particolare a studiosi e specialisti bibliofili, nella quale sono esposti documenti e volumi del Cinquecento legati all’opera di alcuni persona oggi raccontati in mostra come Ovadyah Sforno, Avraham Usque, Gershom Soncino.

Annie Sacerdoti, Coordinatore Comitato scientifico

IL NETWORK PRIMA DI INTERNET. Personaggi e documenti, visioni e suoni della modernità ebraica nel tempo.
Mostra al Museo Ebraico di Bologna, Via Valdonica 1/5
14 ottobre 2009 – 6 gennaio 2010

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La rete delle idee e delle informazioni, una rete millenaria che permea la base della cultura ebraica dalle origini, espressione del modo di vivere della popolazione ebraica abituata dalla storia a muoversi, a calarsi e ambientarsi in realtà anche molto differenti fra loro. E’ questo il moderno concetto di network, così come lo intende la società del 2000, come il luogo dello scambio e come fonte di sapere, trasversale e beneficio della comunità intera.
E’ questo il punto di partenza della mostra IL NETWORK PRIMA DI INTERNET. Personaggi e documenti, visioni e suoni della modernità ebraica nel tempo.

LA MOSTRA
La mostra prevede 3 sezioni di sviluppo all’interno del museo.
Una prima sala/sezione nella quale sarà possibile fruire di un’opera multimediale, una video istallazione che racconterà attraverso immagini e suoni alcune delle personalità ebraiche che hanno con il loro operato lasciato un segno sulla comunità. Queste le cinque aree tematiche di intervento, ciascuna a partire da un personaggio eccellente del territorio emiliano romagnolo: il medico e filosofo del ‘500 Ovadyah Sforno che apre l’area dedicata alla “comunicazione, socializzazione del sapere, la ricerca senza frontiere del sapere” e fra questi anche Theodor Adorno e Herbert Marcuse;
l’ imprenditrice e intellettuale del ‘500 Dona Gracia Mendes Nasi, raro esempio per la sua epoca di “Personalità femminili di successo legate alla difesa dei diritti delle minoranze, alla critica dei modelli esistenti, alla lotta per l’emancipazione femminile” fra queste anche Peggy Guggenheim e Nadine Gordimer;
il giornalista patriota garibaldino Cesare Rovighi è l’ispiratore dell’area tematica “Personaggi che hanno dato un contributo di rilievo nella cultura, nella politica, nell’economia della loro nazione di appartenenza” fra questi anche Bob Dylan per la sua musica universale o Levi Strauss per i suoi jeans;
Albert Einstein (ospite all’Università di Bologna nel 1921) è emblema dell’area “Personaggi che con il loro genio hanno modificato la visone del mondo” accanto a Sigmund Freud, Rita Levi Montalcini o il pittore Marc Chagall;
infine, lo scrittore Giorgio Bassani sarà l’emblema dell’area “l’onestà intellettuale e il contributo alla letteratura mondiale” di cui fanno parte anche Isaac Asimov e Franz Kafka.

Nella seconda sala/sezione, sempre con tecniche multimediali, le Interviste impossibili propongono il dialogo in chat fra un adolescente e i cinque testimoni per comprendere, con un linguaggio agile e attuale, la vita di questi personaggi e la loro concreta modernità. Mondi che dialogano a distanza, per evidenziare l’attualità e la vicinanza concettuale fra realtà apparentemente distanti.

Una terza sezione accompagnerà le suggestioni multimediali con l’esposizione di volumi di rara importanza, mai esposti prima : un nucleo di 14 libri antichi a stampa del XV e XVI secolo e un manoscritto, provenienti dalle più importanti biblioteche dell’Emilia-Romagna – Biblioteca Universitaria di Bologna, Biblioteca Palatina di Parma, Biblioteca Comunale “Passerini-Landi” di Piacenza, Biblioteca “Panizzi” di Reggio Emilia, Biblioteca Capitolare di Reggio Emilia. Tra questi vanno ricordate alcune prime edizioni stampate anche a Bologna, una delle città in cui la tipografia si è affermata per prima in Italia.

CHI HA VOLUTO E REALIZZATO LA MOSTRA
Il progetto di mostra, voluto dal Museo Ebraico di Bologna, nasce da un’idea del Consiglio della Fondazione MEB. La realizzazione è di Gabriella Castelli di Laboratorio delle Idee di Bologna, che ne ha curato la direzione artistica con la supervisione di un Comitato Scientifico di cui fanno parte Annie Sacerdoti (coordinatore, Chair-Culture and Heritage ECJC), Giuseppe Laras (presidente dell´Assemblea dei Rabbini d´Italia), Giacomo Saban (direttore de “La Rassegna Mensile di Israel”), Franco Bonilauri (direttore Museo Ebraico di Bologna), Vincenza Maugeri (curatore Museo Ebraico di Bologna).
L’opera multimediale e il concept di mostra sono stati sviluppati con la regia e la creatività di Comuniazionivisive.net di Bologna.

Note di regia

La grande scommessa che Annie Sacerdoti e Gabriella Castelli ci hanno proposto è stata di costruire un ponte che copra l’estensione di una frattura generazionale, per veicolare messaggi antichissimi in tutta la loro contemporaneità.
Idee e personaggi del passato “ri-sintonizzati” sui segni e gli strumenti della contemporaneità per raccontare una tradizione che dalla notte dei tempi è fortemente tesa al futuro. Ciascuno dei personaggi o delle idee esaminate esprime, in qualsiasi tempo, elementi di sconcertante attualità.
Questo è ciò che lega l’opera di Ovadyah Sforno del 1500 al tratto “febbrile” di Marc Chagall di 400 anni dopo, la linea ideale che congiunge Karl Marx a Milton Friedman, Dona Gracia Mendes e Frida Kahlo…
Elementi che possono apparire discontinui, ma che in realtà conducono ad una matrice culturale precisa e comune: una cultura “liquida” capace di adattarsi e riconfigurarsi ogni volta alle “esigenze esterne”, una struttura non piramidale ma orizzontale, dove tutti i nodi sono in costante contatto tra loro ma nessuno è centrale e nessuno periferico… Esattamente come la rete che è responsabile dell’accelerazione tecnologico/scientifica che viviamo oggi.
Abbiamo così maturato l’idea di un flusso visivo sospeso nel tempo dove elementi distanti si collegano nella storia attraverso una prospettiva che si pone fuori dal tempo umanamente misurabile… la storia del popolo ebraico.
Con la computergrafica abbiamo potuto fare coesistere i personaggi all’interno di un unico universo visivo, trattando suoni e immagini antiche ( spesso dimenticate) per farle rivivere attraverso la creatività possibile con le nuove tecnologie. Grazie alle illustrazioni abbiamo potuto poi ridisegnare i personaggi all’interno di un immaginario più immediato e affascinante che è quello cartoon/manga. Utilizzare le nuove tecnologie per far giungere un messaggio dal passato al presente proiettato al futuro è la sintesi del nostro intervento.
L’apertura mentale del comitato scientifico del museo, la dinamicità e la spinta della direzione artistica hanno reso possibile la realizzazione di un’opera multimediale interamente sviluppata in video dove diverse tecniche e arti diverse si fondono in nuovi media.

Federico Ajello

La mostra è sostenuta fra gli altri da Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Fondazione Banca del Monte di Bologna e Ravenna.
La mostra gode del patrocinio di Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna e Provincia di Bologna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus.

LOGISTICA E INFORMAZIONI VARIE
Per l’ingresso a mostra e museo il costo del biglietto è euro 5 (ridotto 3 euro); sono previste visite guidate e percorsi didattici previo contatto con il museo (didattica@museoebraico.it).
Sono in via di definizione attività collaterali alla mostra e alcuni allestimenti all’interno di luoghi di aggregazione cittadini (biblioteche, etc…)
Sarà prodotto un catalogo (Editrice Compositori).
Orario mostra e museo: da domenica a giovedì dalle ore 10 alle ore 18; venerdì dalle ore 10 alle ore 16; chiuso il sabato e le festività ebraiche.