Il genio di Bruno Schulz

Spettacolo

Un’eccezionale rassegna.

Nell’ambito del Festival Internazionale di Immagine e Figura, il Teatro del Buratto di Milano, con il contributo del Consolato di Polonia e dell’Istituto Polacco di Roma, presenta fino al 28 febbraio “L’epoca geniale di Bruno Schulz”, un’eccezionale e interessante rassegna costituita da una mostra e una serie di incontri e spettacoli, dedicata al grande scrittore e artista ebreo polacco, purtroppo ancora poco conosciuto in Italia.


L’evento vuole inoltre essere, attraverso la singolare opera letteraria ed artistica di Bruno Schulz, anche un omaggio alla cultura polacca antecedente alla seconda guerra mondiale, esplorandone in un percorso articolato le diverse e parallele dimensioni della letteratura, dell’arte, del teatro e del cinema.


Nato nel 1892 nella piccola cittadina galiziana di Drohobycz, attualmente situata in territorio ucraino, Bruno Schulz è tra i principali protagonisti della letteratura polacca del Novecento, incarnazione di un patrimonio culturale costituito dalla singolare poliedricità etnica e linguistica presente all’epoca in Polonia, una dimensione magica e irripetibile che finì per essere completamente distrutta dalla guerra.


Scrittore, artista, disegnatore dal carattere schivo e sfuggente, dalla personalità probabilmente intricata e da una geniale capacità di tradurre in parole e immagini tanto la realtà quanto l’immaginazione, Bruno Schulz non si allontanò quasi mai da Drohobycz, dove condusse un’esistenza riservata e difficile, dominata dall’imponente figura di un padre eccentrico e avventuriero e costellata dai difficili rapporti con le sue, peraltro non poche, donne, ma sviluppando nonostante tutto la capacità di raccontare un intero mondo al tempo stesso autobiografico e fantasioso.

La sua prima forma d’espressione fu il disegno, e nel 1920 realizzò, con un inedita tecnica incisoria, il “Libro idolatrico”, una sorta di autobiografia per immagini dove il suo autoritratto, reso grottesco e deforme, appare spesso ai piedi di donne sensuali e affascinanti, simbolo di una femminilità maliziosa, vagamente perversa e dominatrice.


L’attività letteraria di Bruno Schulz inizia verso il 1934, quando gli amici mostrano i suoi racconti alla scrittrice Zofia Nalkowska ed egli stesso incontra la filosofa e scrittrice yiddish Debora Vogel. L’ebraismo, che lo scrittore, nato in una famiglia laica, non aveva mai osservato assiduamente, ricompare all’improvviso nella sua opera letteraria sia come valore simbolico della scrittura e della memoria, sia come riscoperta della figura del padre, che nei racconti assume il ruolo di “demiurgo” nel piccolo mondo della casa, del paese, della famiglia, e della bottega di tessuti che egli dirige.



Nelle due celebri raccolte di racconti firmate da Bruno Schulz, “Le botteghe color cannella” e “Il sanatorio all’insegna della clessidra”, ritroviamo la poetica fantasiosa e variopinta dell’ebraismo yiddish, simile in alcune scene a Singer e a Chagall, ma arricchita dalle affascinanti immagini di un universo in cui, tra stoffe, manichini, notti di luna piena e misteriose apparecchiature, il tempo si muove a comando, le persone mutano d’aspetto e si traformano in animali, e la magia si manifesta in maniera tanto improvvisa e frequente da non suscitare alcuna sorpresa nei personaggi.


Durante l’occupazione nazista, Bruno Schulz rifiuta l’aiuto degli amici, disposti a fargli avere documenti falsi per nascondere le sue origine ebraiche, e sceglie di rimanere con la madre nel ghetto in cui sono stati trasferiti, dove lavora come affrescatore a servizio di un ufficiale nazista, e dove verrà ucciso per un regolamento di conti da un altro militare nel 1942. Il suo corpo non verrà mai ritrovato, nè il manoscritto del suo unico romanzo, “Il Messia”, la cui scomparsa prenderà in seguito la forma di una leggenda.

Programma della rassegna:

Mostra “Bruno Schulz vita e opere”

Fino al 28 febbraio – Spazio Revel Scalo d’Isola (Via Tahon de Revel 3)

La mostra offre una panoramica dell’archivio di Bruno Schulz custodito al Muzeum Literatury di Varsavia e la proiezione continua del film “Street of Crocodiles” di S. e T. Quay

Tutti i giorni dalle 10 alle 18.30 – Ingresso libero




Lectio Magistralis “Bruno Schulz e il linguaggio della mitologia”

a cura di Jerzy Jarzebski, Università Jagellonica di Cracovia

Spazio Oberdan (Viale Vittorio Veneto 2)

24 febbraio, ore 20.45 – Ingresso libero

In successione alle ore 21.30 dalla proiezione del film “La Clessidra” di Wojciech J.Has



Teatro Verdi (Via Pastrengo 16)

27 e 28 febbraio, ore 21

“Last Escape” – Wroclaw Puppet Theatre

dai racconti di Bruno Schulz

Ingresso: euro 15/10

Prenotazioni: 9227002476 – info@teatrodelburatto.it