Festa del Cinema di Roma: la riscossa dei registi ebrei

Spettacolo

di Nathan Greppi
Proseguono in questi mesi i festival cinematografici lungo tutta la penisola: dopo la Mostra del Cinema di Venezia, dal 18 al 29 ottobre sarà la volta della Festa del Cinema di Roma, che porterà nella Capitale il meglio del cinema italiano e internazionale.

In questo contesto, non mancheranno anche opere di registi ebrei provenienti da diversi paesi, ognuno con il suo stile e le sue sensibilità. Di seguito, una breve panoramica dei film maggiormente degni di nota.

The Zone of Interest

Già presentato al Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix della Giuria, The Zone of Interest verrà proiettato nella sezione Best of 2023. Tratta da un romanzo di Martin Amis (deceduto a ridosso dell’uscita a Cannes), la pellicola dell’inglese Jonathan Glazer racconta la storia dell’ufficiale nazista Rudolf Hoss, comandante per lungo tempo di Auschwitz dove visse con la moglie e i figli.

Intervistato da The Hollywood Reporter, Glazer ha detto che più che di un film sul nazismo, “questa è una pellicola sulla capacità umana di compiere violenza, da qualunque parte essa provenga”. Nonostante il padre avesse cercato di dissuaderlo dal parlare di Auschwitz, ha detto che secondo lui è importante “famigliarizzare con Auschwitz, continuare a parlarne perché non è un pezzo da museo ma deve essere presentato come un posto allarmante e da conoscere urgentemente”.

Una scena di ‘The zone of interest’

The Performance

Diretto da Shira Piven e tratto da un racconto di Arthur Miller, il film è ambientato nel 1937 e ha come protagonista Harold May, ballerino di tip tap ebreo-americano, che con la sua compagnia gira l’Europa fino ad arrivare a Berlino. Ingaggiato da un tedesco ignaro delle sue origini ebraiche, Harold scoprirà di dover allestire uno spettacolo alla presenza di Adolf Hitler in persona. Da qui si dipaneranno diverse complicazioni, con sullo sfondo il clima di tensione che di lì a poco sarebbe sfociato nella guerra.

A interpretare Harold è il fratello della regista, Jeremy Piven, noto per aver recitato dal 2004 al 2011 nella serie Entourage, dove interpretava l’agente di Hollywood ebreo Ari Gold.

La scena italiana

Gli ebrei che porteranno le loro storie a Roma non verranno solo da oltreoceano o da oltre la Manica, ma ce ne saranno anche di nostrani: nella sezione Proiezioni speciali, la regista Anselma Dell’Olio porterà il docufilm Enigma Rol, sulla vita dell’illusionista ed esoterista torinese Gustavo Adolfo Rol.

Sempre in Proiezioni speciali, il regista Michele Mally porterà Scarrozzanti e spiritelli. 50 anni di vita del Teatro Franco Parenti, che racconta la storia del celebre teatro milanese a cominciare dalla carriera della sua storica direttrice, Andrée Ruth Shammah.

Andando verso la sezione Grand Public, il tema del cambiamento climatico verrà trattato da Ginevra Elkann (figlia del giornalista Alain) nel film Te l’avevo detto. Ambientato a Roma nel mese di gennaio, vede le persone dover fare i conti con un’insolita ondata di calore, che nel lungo termine aumenta fino a diventare insostenibile. Un problema assai attuale affrontato con un cast d’eccezione, che comprende Valeria Bruni Tedeschi, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher e Valeria Golino.

Nel corso del festival, verrà consegnato un Premio alla carriera all’attrice Isabella Rossellini. In tale occasione, verranno proiettati diversi suoi film nella sezione Storia del cinema: tra questi, spicca il suo ruolo nei panni di un’ebrea di Anversa sopravvissuta ai campi di concentramento nel film del 1998 Left Luggage, diretto dall’olandese Jeroen Krabbé (lui stesso figlio di madre ebrea, che ha perso tutta la famiglia nella Shoah).