Rita Levi Montalcini

Personaggi e Storie

Iscrizione onoraria alla comunità di Roma.

La decisione della comunità ebraica romana di conferire alla senatrice
a vita Rita Levi Montalcini l’iscrizione onoraria alla Sinagoga romana
“non è solo un atto di stima per una donna che ha onorato la città di
Roma e l’intero Paese, tanto da meritare il premio Nobel, ma è una
reazione civile ad una manifestazione di barbarie politica come poche
se ne sono viste nella nostra storia recente”: lo ha affermato il
sindaco di Roma e segretario nazionale del Partito democratico, Walter
Veltroni, presente alla cerimonia che si è svolta mercoledi mattina
nel tempio maggiore a Roma.

A Rita Levi Montalcini è stato conferito l’iscrizione onoraria alla comunità ebraica romana, una cerimonia voluta a seguito degli attacchi di Francesco Storace di cui la senatrice a
vita è stata oggetto qualche settimana fa per la sua attività di
parlamentare. “Mandiamole delle stampelle a casa” aveva detto l’esponente della destra. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva difeso la senatrice a vita ed è stato anche lui
oggetto di pesantissimi insulti da parte di Storace che è finito
iscritto nei registro degli indagati per il reato di offesa all’onore
del Presidente della Repubblica.

Una donna forte, determinata e lucida
Rita Levi Montalcini, che ha saputo difendersi benissimo per tutta la
vita e anche oggi a 98 anni ha saputo rispondere con ironia. “Devo
ringraziare chi mi ha offeso perché con tutte le lettere di solidarietà
che mi sono arrivate ho capito come l’Italia mi vuole bene”.
La Lega
Nord aveva proposto un emendamento alla legge finanziaria per eliminare
i fondi destinati alla Fondazione Ebri (European Brain Research
institute
) creato dalla senatrice Montalcini. Emendamento che è stato
respinto con 173 voti contrari, 57 astenuti, 75 favorevoli.

A renderle
omaggio nella sinagoga di Roma c’erano il rabbino capo Riccardo Di Segni, il rabbino capo emerito Elio Toaff, Leone Paserman e Riccardo Pacifici, Claudia De Benedetti e l’ambasciatore dello Stato d’Israele
Gideon Meir.
Oltre ad essere una delle massime scienziate del nostro tempo, Rita
Levi Montalcini è sempre stata molto attiva in campagne di interesse
sociale e nell’aiutare i giovani a costruirsi un futuro migliore.
Insieme alla sorella Paola dal ’92, attraverso la Fondazione Levi
Montalcini, aiuta con borse di studio universitarie le giovani donne
africane perché possano svolgere in futuro un ruolo di leadership
nella vita scientifica e sociale del loro paese.
Rita Levi Montalcini
ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca, ha ricevuto il premio Nobel
per la medicina nel 1986 ed è stata nominata senatrice a vita nel 2001
dal presidente Carlo Azeglio Ciampi.

Rita Levi Montalcini è nata il
22 aprile del 1909 a Torino. Nonostante il parere contrario del padre
che pensava che il ruolo della donne fosse quello di occuparsi dei
figli, lei si iscrive alla facoltà di medicina di Torino. Ebbe come
compagni di università due futuri premi Nobel Salvador Luria e Renato
Dulbecco. Inizia subito gli studi sul sistema nervoso che avrebbe
proseguito per tutta la sua vita. Si laurea con i massimo dei voti nel
’36, poi a causa delle leggi razziale è costretta a lasciare l’Italia e
emigra in Belgio dove è ospite dell’istituto di neurologia dell’università di Bruxelles dove rimarrà sino all’invasione tedesca del Belgio. Nel ’40 torna a Torino dove allestisce un laboratorio
artigianale e dove inizia i suoi esperimenti. Nel ’43 la famiglia è
costretta alla clandestinità e da Firenze stringerà contatti con i
partigiani del Partito d’Azione.

Finita la guerra riprende la sua posizione accademica all’Università
di Torino. Nel ’47 accetta il ruolo di docente negli Stati Uniti alla
Washington University in St.Louis nel Missouri dove continuerà le sue
ricerche. Rimarrà negli Stati Uniti per 26 anni. Nel 1986 le viene
assegnato il premio Nobel per la medicina insieme al suo allievo
Stanley Cohen. Ha ricevuto tre lauree honoris causa dall’università di
Uppsala (Svezia), Weizmann-Rehovot (Israele) e ST.Mary (USA). E’ da sempre
molto attiva in campagne di interesse sociale e per la responsabilità
degli scienziati nei confronti della società. “La conoscenza è per
definizione un bene – forse il bene primario dell’uomo – perché senza di
essa non possono esistere le altre libertà fondamentali alle quali ci
si appella di continuo”, ha dichiarato in una recente intervista.

Ha detto: “I giovani di oggi ignorano
quasi completamente quanto è capitato, o non credono che l’Olocausto sia
veramente accaduto. A me sembra che ricordare le tragedie che sono
avvenute più di mezzo secolo fa sia assolutamente necessario, utile, ai
fini di evitare per quanto possibile il ripetersi di simili catastrofi.
Ricordare è importante, perché non passi nell’oblio la tragedia che ha
distrutto decine di milioni di uomini”.