La strage degli orfani di Ejsk. La Russia indaga sull’ex-nazista che ora vive in Canada

di Paolo Castellano

Durante la seconda guerra mondiale le squadre della morte naziste intensificarono i loro omicidi di massa anche nei territori sovietici occupati. Atrocità indelebili che sono tutt’ora al centro di inchieste storiche e giudiziarie. Ad esempio il 14 febbraio la Russia ha aperto un’indagine sull’eccidio di Ejsk, in cui morirono 214 bambini che vivevano nell’orfanotrofio locale. In particolare, la Commissione d’investigazione russa ha richiesto al Canada documenti e fascicoli su un ex-nazista, membro delle squadre della morte, che oggi ha 95 anni e vive a Waterloo in Ontario. Come riporta Reuters,  Mosca vuol capire se l’uomo sia uno dei testimoni e artefice della strage di massa avvenuta nell’orfanotrofio sovietico nel 1942.

Helmut Oberlander. Questo il nome dell’ex-nazista che è nato in Ucraina ma diventò cittadino tedesco con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Dopo la fine del conflitto, Oberlander riuscì a trasferirsi in Canada, dove gli fu concesso il passaporto canadese. Tuttavia, negli anni Sessanta gli venne revocato quando la sua storia fu di pubblico dominio. L’ex-nazista ha però presentato un ricorso in tribunale. Nonostante una battaglia legale, la cittadinanza gli è stata definitivamente tolta nel dicembre del 2019. I riflettori su Oberlander si sono dunque riaccesi dopo la richiesta della Russia che vorrebbe tutti i documenti prodotti su di lui dalla magistratura canadese.

La commissione russa ritiene che l’ex-nazista sia stato coinvolto attivamente nel massacro dell’orfanotrofio della città sovietica Ejsk. L’organo d’inchiesta inoltre sostiene che tra il 1942 e il 1943 le squadre della morte utilizzarono camere a gas mobili nella regione Krasnodar (sud della Russia). «Come risultato di simili operazioni, tra il 9 e il 10 ottobre del 1942, fu compiuta una strage di massa nell’orfanotrofio di Ejsk», ha detto la commissione.

Secondo documenti redatti nel 2018, Oberlander collaborò con i nazisti in qualità di traduttore. In seguito, entrò a far parte dell’esercito tedesco come soldato. Oggi, il 95enne si difende sostenendo di essere stato costretto ad entrare nella squadra della morte nazista Einsatzkommando a 17 anni e di non aver mai preso parte a nessuna atrocità. La commissione d’inchiesta ha però ricordato che diversi traduttori e membri delle squadre della morte a Krasnodar sono già stati arrestati e processati negli anni Quaranta e Sessanta.

«Tuttavia, Oberlander, è stato in grado di fuggire dalle sue responsabilità criminali durante l’investigazione preliminare, subito dopo la sconfitta della Germania nel 1945», ha affermato la commissione.