Il ladino è vivo e vegeto, soprattutto su internet

“Salom” è il nome di un giornale ebraico turco. Dal 1947, quando fu fondato, non manca di uscire ogni settimana. Prima interamente in ladino, oggi in gran parte riconvertito al turco, è l’unico giornale al mondo che pubblica pagine nell’antico idioma giudeo-spagnolo.

Agli inizi le quattro pagine di Salom erano scritte interamente in ladino – la lingua degli ebrei sefarditi – salvo che per qualche articolo di carattere politico. Negli anni ’80, tuttavia la direzione decise di convertire il giornale al turco, tranne una pagina, scritta ancora in ladino. La scelta fu fatta anche in considerazione del fatto che ormai gli ebrei parlavano ormai tutti il turco e a scuola i giovani imparavano l’inglese, il francese.

Oggi “Salom” esce ogni settimana con una ventina di pagine; ha un suo sito web, una pagina facebook e un feed twitter. E’ scritto per lo più da volontari – studenti universitari come professionisti – che contribuiscono con articoli su vari argomenti, dalla vita delle comunità, alle tecnologie, allo sport, all’educazione dei giovani. Collegato a “Salom” c’è inoltre un mensile, in turco, “Salom Dergi” che distribuisce a sua volta un supplemento mensile in ladino, “El Amaneser” (L’alba), realizzato dall’ Ottoman Turkish Sephardic Culture Research Center.

La pagina in ladino del settimanale “Salom”, così come il supplemento mensile, “El Amaneser”, sono un esempio degli sforzi che si stanno conducendo, specie in ambito accademico, per far sopravvivere la lingua dei sefarditi.

Nato in Spagna, il ladino si è diffuso in tutta Europa, ma soprattutto nell’Impero ottomano, dopo la cacciata degli ebrei del 1492. Come spiega Rachel Bortnick, madrelingua ladina e scrittrice turca, tra il 16° e il 19° secolo, la quasi totalità dei circa 200.000 ebrei dell’impero ottomano, parlava ladino.

Nell’ ‘800, la diffusione delle scuole dell’Alliance, e dunque della lingua francese, diedero un primo grosso colpo al ladino, osserva la Bortnick. Fu allora che cominciò il declino del giudeo-spagnolo in Turchia. L’emigrazione all’estero, in Europa come negli Stati Uniti, costrinse gli ebrei ad imparare rapidamente le lingue locali, abbandonando quella della tradizione, della famiglia.

Dopo la Shoah, che provocò la morte di oltre 100.000 ebrei di lingua ladina (della Grecia, dei Balcani, dell’Egeo), sono pochissimi quelli che ancora parlano correntemente il giudeo-spagnolo. Sono persone molto anziane, come è facile immaginare, ma per gli studiosi costituiscono l’unico appiglio cui aggrapparsi per salvare questa lingua, con tutto il suo valore storico e culturale.

Secondo la Bortnick oggi esistono al mondo ancora circa 100- 150.000 persone che utilizzano il il ladino; secondo altri si tratta di cifre alquanto ottimistiche.

“Quel che è certo”, osserva Rifat Bali, un ricercatore indipendente sugli ebrei turchi e proprietario di una casa editrice “è che non c’è nessuno al mondo oggi la cui unica lingua sia il ladino”.

L’unica speranza per la sopravvivenza di questa lingua, è che si rinnovi l’interesse verso di essa da parte degli studiosi, come un oggetto di studio, più che come lingua parlata. E su questo versante qualcosa si sta muovendo se si pensa che l’Università di Tufts negli Stati Uniti e anche alla Sorbona di Parigi si possono seguire corsi di lingua ladina.

Quanto a Salom, su 450o abbonati, circa 500 risiedono all’estero, fra cui ci sono appunto, anche molte università.

Secondo la Bortnick l’interesse per il ladino tra gli studiosi è frutto di diversi fattori; ma soprattutto del fatto che i giovani ebrei si avvicinano allo studio della lingua e della letteratura spagnola e attraverso il ladino trovano il collegamento con il giudaismo”.

Perchè, osserva ancora la Bortnick, il ladino non è solo una lingua, ma è anche canto, poesia, cibo, è una cultura a tutto tondo”.

Ma gli sforzi per mantenere in vita il ladino vanno oltre il mondo accademico.

Nel 1999 infatti, ci fu a Gerusalemme una conferenza dedicata alla standardizzazione su computer dell’ortografia ladina con quella latina. La Bortnick che partecipò a quella conferenza, decise di provare a mettere in atto quanto linguisti ed informatici proponevano, a cominciare dalla creazione di un forum online per coloro che parlavano ladino.

Oggi quel forum, Ladinokomunita, è ospitato da Yahoo e ha più di 1.400 membri provenienti da 45 paesi. Gli iscritti hanno partecipato postando più di 45.000 messaggi, tutti in ladino – che è utilizzata come lingua comune.

Su Ladinokomunita, osserva ancora la Bortnick,  le persone si incontrano e hanno modo di entrare in contatto con ebrei sefarditi sparsi in tutto il mondo, che altrimenti non avrebbero modo nè di conoscersi, nè di conversare in ladino.

“Anche per questo motivo, penso che valga la pena salvare dall’oblio questa lingua” ha concluso la Bortnick.