George Michael

Due anni senza George Michael. Ma era di origine ebraica?

di Roberto Zadik
Personaggio assai carismatico, tormentato e misterioso, il grande George Michael morì improvvisamente e inaspettatamente il 25 dicembre di due anni fa. Ironia della sorte negli anni ’80 uno dei suoi più grandi successi fu “Last Christmas” e secondo alcune voci, insospettabilmente, egli avrebbe avuto origini ebraiche. Il mondo dello spettacolo è pieno di “ebrei nascosti”, che tennero da Amy Winehouse, al chitarrista dei Doors Robbie Krieger, a Gene Simmons il bassista israeliano dei Kiss e uno di questi potrebbe essere anche George Michael. Ma secondo quale base? E quali sono le prove? Nessuna prova oggettiva ma articoli apparsi su vari siti poco dopo la sua morte a soli 53 anni per una strana e mai chiarita “morte per cause naturali e pacifica” come hanno detto alcuni. Tanti gli enigmi per questo personaggio molto particolare e refrattario a raccontarsi più di tanto.

Padre greco, nonna ebrea

Fra questi misteri, sul sito Arutz Sheva un articolo, dove si racconta di un’intervista del giugno 2008 al Los Angeles Times in cui rivelava che suo padre era greco cipriota, sua nonna materna invece era ebrea. La donna, stando alla ricostruzione fornita da vari siti, nascose la sua identità ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente sposò un non ebreo “e come ha specificato Michael “decise di disperdere qualsiasi traccia di ebraicità mandando mia madre nella scuola del convento”. “Pensava che sarebbe stato meglio che i figli non sapessero la sua identità ebraica e così non avrebbero rischiato” aggiunse.

Una storia davvero strana che viene confermata anche dal sito del Jerusalem Post e dal Times of Israel anche se si concentrano maggiormente sulla sua carriera e scandali e stravaganze di questo personaggio. “Una delle anime più generose e altruiste che abbia mai conosciuto” secondo il fraterno amico Elton John con cui cantò una splendida versione di “Don’t let the sun go down on me”, egli sapeva essere anche sarcastico e a volte brusco e nella sua riservatezza rilasciava malvolentieri interviste.

Le sue origini ebraiche restarono un segreto eterno ma la sua visita in Israele nel 2001 e i continui riferimenti al tema della religione rivelano comunque un forte interesse spirituale per questo artista. Già dagli anni ’80 con melodie come la vivace “Edge of heaven” e poi nel decennio successivo con “Faith”  o “Jesus to a child” egli non abbandonò mai la tematica religiosa.

Una vita dedicata all’arte e conclusasi dopo una vita di successo con 80 milioni di album “mischiando il pop e la musica afro americana” come dice una nota della Universal music riportata all’interno di un articolo.

(Fonte: Vice)