Cioccolatino (kasher), mon amour

“Ottenere la certificazione del rabbinato di Parigi è stata una delle conquiste più importanti per la nostra azienda. E’ il riconoscimento di un metodo di lavorazione d’eccellenza e una garanzia di qualità superiore per chi acquista i nostri prodotti”. Chi parla è Guido Gobino, gran patron della omonima Cioccolateria artigiana di Torino – una delle più rinomate aziende in Italia e all’estero, nella produzione di cioccolatini.

Guido Gobino,  è a capo della Cioccolateria fondata dal padre Giuseppe alla metà degli anni ’60, da una ventina d’anni ormai, e ha sempre posto la qualità in cima alle priorità della sua azienda. Gobino è autoironico (e il suo sito, www.guidogobino.it ne è una bella dimostrazione) quanto rigoroso e pignolo nel suo lavoro. Il successo dei suoi cioccolatini, a cominciare dal classico Tourinot, nasce innanzitutto dalla scelta accuratissima delle materie prime; e poi da una miscela fatta di fantasia e creatività, di passione per il cioccolato, e amore per le cose fatte a regola d’arte. Proprio per questo la certificazione ottenuta a febbraio dal rabbinato di Parigi, è stata accolta da Gobino come il coronamento di anni di lavoro in cui la qualità – delle materie prime come dei processi produttivi – è stata sempre una priorità assoluta. “Tenevo molto alla certificazione kasher per i miei cioccolati”, dice Gobino; “e averla ottenuta da un rabbinato importante come quello di Parigi, è per me un motivo di orgoglio”. “Non è stato un percorso facile, devo ammetterlo, e se non fosse stato per l’aiuto avuto da un amico affezionato e di lunga data come Ermanno Tedeschi, sarebbe stato ancora più difficile! Prendere i contatti col rabbinato però è stato solo il primo passo…”. “Per ottenere la certificazione bisogna investire, e non poco – in termini di tempo, di energie, e anche di risorse. La produzione si deve fermare per tre giorni, i macchinari vanno lavati da cima a fondo, purificati col fuoco… e poi la lavorazione riprende, con materie prime rigorosamente controllate e selezionate dal rabbino che segue passo passo ogni fase della lavorazione fino al packaging del prodotto finito. Ci sono voluti quasi 15 giorni di intenso lavoro, ma alla fine sono soddisfatto”, ci dice Gobino con un pizzico di orgoglio.  “Mi dispiace solo di non essere riuscito ad ottenere per quest’anno la certificazione kasher LePesach. Non c’è stato il tempo sufficiente per scegliere i prodotti, contattare i fornitori… Ma non mi arrendo, sarà per l’anno prossimo!”
Un anno all’insegna della preparazione per il nuovo obiettivo ma anche per la “conquista” di nuovi mercati. “Quello americano senz’altro, verso il quale la certificazione kasher è senz’altro un primo, fondamentale passo. La certificazione è un biglietto da visita, di qualità e rispetto delle regole che vale in tutto il mondo ma che “negli Stati Uniti richiedono e a cui noi vogliamo rispondere”. E poi nelle ambizioni di Gobino c’è anche Israele. Ci sono stato lo scorso giugno; credo che molto presto i nostri giandujotti tourinot conquisteranno anche gli israeliani…”.

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Un cioccolato sopraffino, della migliore tradizione piemontese, e per di più kosher – cosa si potrebbe chiedere di più?

Guido Gobino è uno dei più importanti artigiani del cioccolato, a livello nazionale e internazionale. I prodotti dei suoi negozi, a Torino in via Lagrange e a Milano in C.so Garibaldi, sono come delle piccole boutique per palati raffinati.

Oltre che realizzati con la più grande cura ai particolari e alla qualità, le cialdine extra bitter blend e tourinot maximo, ginger thailandese ricoperto e scorze d’arancia ricoperte di cioccolato extra bitter, realizzate dalla Cioccolateria artigiana Gobino, sono anche kasher. Per chi le volesse provare, l’appuntamento è per giovedì 29 marzo la libreria Egea dell’Università Bocconi. Alle 18.00, Clara Ippolito converserà con Guido Gobino dei cioccolatini con la G, della storia dell’azienda di famiglia, e anche della certificazione kosher ottenuta dal rabbinato di Parigi. Poi, la parola passerà direttamente al cioccolato…da gustare in silenzio.