di Liliana Picciotto
In attesa della celebrazione della Liberazione dal nazifascismo, ricordiamo le origini della Brigata Ebraica, che ebbe un ruolo significativo nella liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, per fare capire quanto sia giusto che le sue bandiere sfilino nei cortei di tutta Italia (e quanto siano invece antistoriche le contestazioni che ogni anno le accolgono).
Nel marzo 1944, l’Agenzia Ebraica ottenne finalmente dal governo britannico la possibilità di creare una forza militare ebraica a fianco degli Alleati. Il 29 luglio 1944, Churchill annunciò alla Camera dei Comuni la formazione della Brigata Ebraica, che avrebbe combattuto sul fronte italiano con una propria bandiera.
I volontari della Brigata provenienti dalla Terra d’Israele dove erano precedentemente emigrati per realizzare il sogno sionista furono equipaggiati dalla Ottava Armata britannica e addestrati in Egitto. Il comandante designato fu Ernst Frank Benjamin, ebreo canadese.
La Brigata salpò per l’Italia nell’ottobre 1944, attraversò Roma tra l’entusiasmo della comunità ebraica di Roma liberata già dal 5 giugno 1944 sfilando nelle vie cittadine con i camion con le stelle di Davide. Raggiunse la Linea Gotica a nord di Ravenna, schierandosi tra il Gruppo di combattimento italiano Friuli e il Corpo di spedizione polacco, partecipando, di fatto, alla lotta per la liberazione d’Italia, come già stavano facendo anche i partigiani italiani. La Brigata ebbe un ruolo significativo nella liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo.
Il 26 marzo 1945, il giornale «Eight Army News» pubblicò il messaggio del generale Clark che salutava l’arrivo della Brigata “Siamo lieti di avere con noi la brigata ebraica.”
La Brigata combatté con valore, subendo perdite, ma guadagnandosi la stima degli Alleati e della Resistenza italiana, contribuendo così a gettare le basi per la nascita dello Stato d’Israele nel 1948.