Addio a Peter Bogdanovich, regista di “gioielli” di arguzia e profondità, come “Ultimo spettacolo”

di Roberto Zadik

Incredibile la sua storia famigliare, con il padre pittore serbo che salvò dal nazismo la madre ebrea austriaca

Il 6 gennaio, a 82 anni, si è spento l’acclamato regista, sceneggiatore e critico cinematografico ebreo americano Peter Bogdanovich, famoso per “gioielli” di arguzia e profondità, come Ultimo spettacolo, campione di incasso nel 1971 e noto come il suo capolavoro. Autore estremamente fantasioso, raffinato e schivo, egli fu sempre reticente a rilasciare interviste specialmente quando doveva rispondere a domande riguardanti la sua identità ebraica. A questo misterioso cineasta, analista del cinema in ogni sua forma , il sito Times of Israel ha dedicato un interessante approfondimento firmato dal giornalista Andrew Lapin.

Nello speciale emergono dettagli interessanti e piuttosto inediti sulla sua personalità e sulle sue origini che l’autore nella sua riservatezza non ha mai svelato più di tanto. Nostalgico del grande cinema americano del passato, adorava il maestro del western John Ford e Frank Capra, dedicò a quel mondo perduto sia il già citato Ultimo spettacolo sia Paper Moon.

Ma cosa sappiamo della sua identità ebraica e della sua famiglia? Nell’articolo si racconta di un padre serbo, il pittore Borislav Bogdanovich che per amore di sua moglie, l’ebrea austriaca Herma, mise in pericolo la propria vita, procurandole il visto per emigrare negli Stati Uniti proprio quando l’Austria venne invasa dalle truppe tedesche, salvandola dalla ferocia nazista.

Poco dopo il 30 luglio 1939 a Kingston, cittadina dello Stato di New York, nacque il loro primogenito Peter che, fin dall’adolescenza, evidenziò la propria immensa passione per il cinema e per l’arte in generale. Come ha sottolineato il Jerusalem Post nell’omaggio uscito domenica 9 gennaio “la sua religione erano i film” e nonostante la madre fosse ebrea sembrava che la cultura, il cinema e l’atmosfera estremamente stimolante in cui era cresciuto fossero i suoi unici interessi.

Appassionato di cinema fin dall’adolescenza, riusciva a vedere, come dichiarò alla stampa “400 film all’anno” iniziando la sua carriera artistica estremamente longeva, come giornalista e critico cinematografico negli anni ’60 scrivendo per la prestigiosa testata Esquire e lavorando nel settore dell’arte come allestitore di mostre al Museo di Arte Moderna di New York. Collaboratore del famoso regista Roger Corman, sempre più abile dietro la macchina da presa, diventato amico del geniale regista Orson Welles entrato nella leggenda per il suo Quarto Potere, Bogdanovich cominciò gli anni ’70 muovendosi nel mondo del cinema da solista.

Con pochi mezzi e senza eccessive aspettative realizzò il già citato Ultimo spettacolo, totalmente in bianco e nero seguendo il consiglio di Welles, con due attori solidi ma esordienti come Jeff Bridges e la sua futura compagna Cybill Shepherd , conosciuta sul set di questo film e che durante la lavorazione cominciò la sua relazione con lui. La pellicola si rivelò un trionfo per lui che fu candidato all’Oscar per la migliore regia e sceneggiatura, imponendosi nel cinema hollywoodiano come autore di commedie amare e introspettive, come dimostra un altro dei suoi film più famosi come Ma papà ti manda sola? interpretato da due star alle prime armi e dal futuro radioso come Barbra Streisand e Ryan O’Neal.

Bogdanovich non attirò l’attenzione della stampa solamente per il suo talento cinematografico ma anche per vari momenti di crisi professionale e personale. Infatti dopo il successo iniziale la sua carriera non riuscì più a decollare e, dotato di una personalità complessa e carismatica, visse una vita sentimentale estremamente movimentata. Fra le sue tante storie amorose, oltre che con la Shepherd, il regista ebbe due rapporti particolarmente importanti, con la produttrice Polly Platt, che sposò nel 1962 per divorziare poi nel 1971; mentre la sua seconda relazione fu quella con l’attraente modella canadese di origini olandesi Dorothy Stratten che, celebre per le sue foto sulla rivista Playboy venne uccisa dal marito geloso e travolto dai problemi finanziari. Successivamente Bogdanovich si sposò con la sorella, Louise Beatrice Stratten.

Irascibile, estremamente meticoloso nel suo lavoro ed enigmatico non affrontò mai apertamente le sue origini ebraiche. Una sorta di legame con la propria ebraicità venne dimostrato dalla sua apparizione nella serie tv Sopranos in cui impersonava il dottor Elliot Kupferberg e dal trasporto con il quale egli raccontò di come suo padre salvò la madre da una fine certa. Come riporta l’articolo del Times of Israel il regista disse una volta “mio padre Borislav era un grande pittore ma si sacrificò molto per salvare mia mamma e la sua famiglia”.