Salviamo Israele da chi crede di amarlo

Opinioni

Lo storico israeliano Zeev Sternhell di 73 anni, studioso del fascismo, professore alla Hebrew University e attivista di Peace Now è stato ferito a Gerusalemme, a fine settembre, in un attentato organizzato – secondo la polizia israeliana – dall’estrema destra nazionalista e religiosa la quale, nei giorni precedenti, aveva diffuso volantini in cui si offriva una ricompensa di un milione e centomila shekels a chiunque uccidesse un militante del movimento pacifista.

Ho trovato la notizia avvilente ma purtroppo non incredibile, così ho cercato di immaginare le reazioni di tre diverse tipologie di ebrei, possibili e credibili che, accomunati dal loro amore per Israele, avessero però di fronte alla notizia tre comportamenti diversi. Quali?
Eccoli:

Il primo – Arrossisce e si chiede che tipo di ebrei siano coloro i quali vogliono far del male ad un altro ebreo e quindi ritaglia l’articolo per farlo sparire o strappa la pagina o addirittura getta via l’intero giornale, affinché nessuno, almeno in famiglia lo possa vedere e mente dicendo che quel giorno in edicola Repubblica era esaurita.
Pensiero: i panni sporchi è meglio lavarli in famiglia e meno se ne dice e meglio è, perché questo è male per l’immagine di Israele. Posa il suo indice sulle labbra e fa: “ shhhht.”

Il secondo – Condivide lo scopo dell’azione (ma senza fare salti di gioia) e la considera come un doloroso atto dovuto alla salvezza del paese, dei suoi confini, ecc. ecc. Ne parla in casa e mentre dice e commenta si porta una mano alla fronte e si stringe le tempie. Egli soffre.
Pensiero: colpirne uno per educarne cento. Che dura però essere uomini duri…

Il terzo – Pensa con profonda tristezza che ci sono molti modi per tradire Israele, e che uno di questi – forse il più efficace – è compiere azioni assolutamente contrastanti con l’essenza stessa d’Israele, la quale essenza non è altro che l’ebraismo…perchè la ragione d’essere dello Stato di Israele (così egli ha sempre pensato) è una sola: la continuità dell’ebraismo nella terra dove è nato.
Infatti dice, fra sé il terzo ebreo: “ se a quella terra io tolgo l’ebraismo, che cosa mi resta?”
Fa un paio di calcoli e il risultato è subito lì da vedere; è bastata una sottrazione, provate a farla anche voi: terra meno ebraismo uguale terra.
Capito? terra, terra punto e basta. Come dire eretz senza attaccarci Israel: che senso avrebbe?
Pensiero: sarebbe il caso di prendere una decisione e stabilire se Israele è solo uno Stato o è uno Stato Ebraico; e se viene deciso che è uno stato ebraico, può questo Stato tollerare cittadini che compiono azioni antiebraiche?