La firma degli Accordi di Abramo nel 2018

Come sconfiggere coloro che gridano Allah uAkbar?

Opinioni

di Angelo Pezzana

[La domanda scomoda]

Israele non ha mai dichiarato guerra ad altri Stati, né a minoranze, mentre è sempre stato obbligato a difendersi da chi voleva distruggerlo. Come ha dichiarato Fiamma Nirenstein “Deve finire l’illusione pietistica che i palestinesi siano le vittime di Israele: è vero il contrario. Israele è l’aggredito, e con esso la democrazia e l’Occidente”.
Quando alla Casa Bianca non c’era più Barak Obama ma Donald Trump, il primo Trump, con Bibi Netanyahu aveva aperto i rapporti con i vicini Stati arabi sunniti, attraverso gli Accordi di Abramo, mandando in soffitta lo slogan “due Stati per due popoli”, accordi che riuscirono persino a mettere in crisi l’influenza dell’Iran, generoso finanziatore dei movimenti terroristi nella regione.

 

Accordi che trasferirono l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme (basta promesse, ma fatti!). Ad oggi una cosa è certa: Israele ha sopportato troppi Oslo, anche se qualcuno continua ancora a giudicarli “indispensabili”; inutile ricordare le buone intenzioni di Israele e che la colpa del fallimento di Oslo andava attribuita ai palestinesi che come sempre hanno mirato alla cancellazione dello Stato Ebraico, mentendo quando stavano per firmare. Ancora una volta l’Occidente ripete il solito messaggio “Israele ha il diritto di difendersi”, ignorando che dopo questo attacco terroristico l’accordo con l’Arabia Saudita potrebbe diventare impossibile, come ha dichiarato Aaron David Miller, il negoziatore di Oslo. Joe Biden ha aggiunto “Il sostegno della mia amministrazione alla sua sicurezza è solido come una roccia e incrollabile”. Vorremmo conoscere in che modo. Certamente non quello che spinse Winston Churchill a sconfiggere Hitler anche con l’aiuto dell’entrata in guerra degli Stati Uniti che abbandonarono la loro decisione di rimanere neutrali soltanto dopo l’attacco del Giappone che bombardò la flotta USA a Pearl Harbour.

 

Le democrazie occidentali così come le vediamo noi oggi si preoccupano soprattutto di invocare la parola magica “pace”, in pericolo dalle minacce di Terza Guerra Mondiale che, per esempio, Putin reclama sovente per poter giustificare l’invasione dell’Ucraina e evitare il suo arresto sentenziato dal Tribunale internazionale dell’Aja. Un altro caso simile, che assomiglia a questo, è quello di Volodymyr Zelensky accusato da destra e sinistra di essere responsabile delle stragi dei suoi cittadini, una menzogna che si smentiva da sola ma che ha goduto molte citazioni. Bernard-Henri Lévy ha recentemente pubblicato un libro, Dunque, la guerra!, edito da La Nave di Teseo, dove ha raccolto tutti i suoi servizi sull’Ucraina. Ebbene, ha avuto pochissime recensioni.
Dato che all’orizzonte non si affaccia nessun Winston Churchill, sono ancora credibili le affermazioni colme di speranze positive per una reale sconfitta di tutti coloro che urlano “Allahu Akbar” prima e dopo le loro azioni terroristiche?